Simone Basilico è nello staff di SpazioMilan.it dalla sua nascita, l’8 marzo 2011, ed è una delle prime firme del sito, specializzato nel settore giovanile rossonero.
E’ passato oramai un anno da quando Filippo Inzaghi fu vicinissimo a lasciare il Milan. Era un inverno freddo, soprattutto per la classifica del Sassuolo: la Serie B era sempre più vicina e l’avventura di Di Francesco era giunta al capolinea. Il presidente Squinzi, da sempre tifoso rossonero, pensò subito a Pippo. Un allenatore ancora inesperto, ma carico e voglioso come devono essere i tecnici delle squadre che devono salvarsi. Poi arrivò Galliani: due parole con Squinzi, quattro con Inzaghi. “Grazie, ma rimango al Milan Primavera”, rispose Pippo al Sassuolo. Ed ecco il Viareggio e la prima squadra.
Chissà se un giorno sapremo mai cosa disse l’amministratore delegato rossonero all’allora tecnico della Primavera del Milan. Seedorf sedeva già in panchina da alcune settimane e il futuro era tutto a stampo olandese: allenatori in seconda terza quarta quinta, nuovi preparatori fisioterapisti massaggiatori magazzinieri. Una rivoluzione all’improvviso, troppo veloce, che sicuramente spinse Galliani a tenere a bada Pippo ancora per sei mesi prima di lasciarlo andare. Poi la situazione degenerò e l’ad fece il suo gioco. Magari sporco, ma sicuramente utile al Milan che adesso si ritrova di nuovo tra rose ad arcobaleno alla rincorsa di un terzo posto sinonimo di salvezza economica e sportiva.
Inzaghi dopo un anno si ritroverà faccia a faccia col suo Sassuolo: sfiorato da allenatore dodici mesi fa, da affrontare come avversario oggi. Con un solo imperativo: vincere.
This post was last modified on 6 Gennaio 2015 - 12:01