Muto e rassegnato, Pippo ha perso il bandolo della matassa Milan. La Gazzetta dello Sport apre così l’odierno approfondimento rossonero, svelando una situazione ancora più grave del previsto.
Inzaghi si sente impotente e quasi non crede più nei suoi superpoteri. Sabato con la Lazio, per la prima volta, ha perso profonde consapevolezze in se stesso. All’Olimpico sembrava invecchiato di dieci anni: triste, sfiduciato. Dopo il fischio finale di Mazzoleni nello spogliatoio rossonero regnava il silenzio, a caldo non ha detto nulla (oggi non parlerà in conferenza stampa) ed è rimasto ad ascoltare le scuse di Mexes sul suo momento di follia (poi Galliani l’ha obbligato ad andare a parlare davanti alle telecamere). Il giorno dopo, ieri, a Milanello la voglia di parlare non era aumentata: sulla sconfitta si è soffermato giusto un paio di minuti, alla fine cosa c’era da dire? I giocatori sono tornati a casa prima di presenziare alla cena e rispondere al ritiro anche se, secondo la Rosea, questo clima ovattato sembra aver fatto più male che bene. L’ex bomber rossonero resta convinto di aver svolto un buon lavoro in base alla rosa a disposizione, però adesso i problemi non sono solo tecnici. L’allenatore ha sbagliato a non alzare mai la voce in pubblico quando serviva una sveglia.
In caso di vittoria con la Lazio servirà correre senza fermarsi nel girone di ritorno e qualificarsi in Europa League. Inzaghi è chiamato a trasmettere il suo spirito da lottatore in campo, l’atteggiamento deve cambiare subito. Ma se mercato e soldi rasentano lo zero, forse il principale colpevole non è lui. E questo i tifosi lo hanno capito, rivolgendo le critiche alla società. Perché non esiste un progetto.