Milan grande con le grandi e piccolo con le piccole, si è detto dopo la sconfitta casalinga contro il Sassuolo. Effettivamente i rossoneri hanno impressionato positivamente quando hanno affrontato le cosiddette “big”, mentre contro avversari sulla carta più abbordabili, oltre ad aver deluso sul piano del gioco, hanno perso anche punti fondamentali. E proprio contro le squadre di bassa classifica sono mancati l’estro, la classe, ma soprattutto i gol dell’unico giocatore, a disposizione di mister Inzaghi, capace di risolvere partite complicate: Jeremy Menez.
Il francese infatti ha convinto a suon di reti e prodezze in occasione delle sfide contro Napoli, Inter e Lazio, disputando un’ottima gara, per quanto carente di marcature, anche contro la Roma, ma non è un caso se le peggiori prestazioni del numero 7 rossonero hanno coinciso con le clamorose sconfitte interne contro Palermo e Sassuolo e gli scialbi pareggi di Empoli, Cesena e Cagliari. E’ sì vero che un giocatore con le sue caratteristiche si esprime con più naturalezza di fronte ad avversari che tengono le redini del gioco e il baricentro alto, che concedono contropiedi negli spazi aperti, piuttosto che davanti a barricate e difese schierate, tipiche delle squadre di fondo classifica, ma nello stesso tempo da un talento formidabile come il suo ci si aspetta sicuramente di più di quello mostrato lo scorso martedì contro gli emiliani.
Le Roi Jeremy o lo svogliato e discontinuo Menez, già visto in giallorosso o a Parigi? A lui la parola. Sabato lo aspetta il Torino: dopo quattro giorni già un’occasione per smentire critiche e insinuazioni e confermarsi come vero leader del Milan targato SuperPippo.