Alberto Zaccheroni non ha avuto il piacere di allenare in rossonero Filippo Inzaghi solo per pochi mesi, ma La Gazzetta dello Sport ha deciso di interpellarlo per fare il punto sulla situazione dei rossoneri.
Sul tecnico: “Il Milan ha alti e bassi, altrimenti non avrebbe la classifica che ha. Inzaghi è nel calcio professionistico da pochi mesi – spiega Zaccheroni – e sta cercando di crescere il più in fretta possibile. Da tecnico della Primavera, scrutava certamente da vicino la prima squadra, ma allenarla è tutt’altra cosa: serve tempo per trovare la giusta chiave con gli uomini che si hanno a disposizione“. Ma Pippo ha un bonus: “Deve sfruttare la simpatia di tutti quelli che ha attorno. È applicato, determinato, attento durante le partite, dinamico in panchina. E va valutato nel tempo: il Milan non sceglie gli allenatori per caso, conosco Galliani troppo bene…“.
“Inzaghi ha autonomia. E se non gliela danno, se la prende“. Nessuna forzatura, dunque, da Arcore: “Credo sia positivo che il presidente Berlusconi e la dirigenza siano così vicini alla squadra. Un gruppo come quello del Milan segue molto l’umore della società“. Che pur vive sull’acclarata dicotomia degli amministratori delegati: “A Galliani è sempre piaciuto stare più vicino alla parte tecnica, all’inizio credo ci possa essere stata un po’ di confusione anche perché in due devi distribuire bene i compiti. Ma ora mi sembra viaggino bene insieme“.
L’incertezza del momento non scalfisce, tuttavia, le gerarchie attorno all’uomo chiave: Jeremy Menez. “Credo sia importante rendersi conto – sottolinea ancora Zaccheroni – che Menez è un giocatore ben diverso dal “falso nove” come lo stanno chiamando adesso. È un finto nove perché non deve dare punti di riferimento agli avversari, però deve crearli per gli ingressi in area dei suoi compagni. Quando Totti si muoveva da finta punta, c’era Perrotta pronto ad infilarsi. Ovviamente questo tipo di combinazione dipende dalle disposizioni che dà l’allenatore, ma è chiaro che qualcuno deve provare a fare il Perrotta della situazione. Altrimenti in area chi c’è? E non si può chiedere allo stesso Menez lucidità sotto porta“.
L’ex ct del Giappone, pur riconoscendo che “ognuno ha la sua filosofia“, ha un piccolo consiglio per Inzaghi: “Serve presenza e densità in area. Posso accollarmi dei rischi augurandomi ugualmente di vincere, ma in area di rigore deve esserci più gente. Ad inizio stagione, ad esempio, Honda riusciva sempre a trovare i tempi per portarsi in avanti e trasformare quasi ogni palla giocabile. Da questo punto di vista i suoi gol sono quasi tutti in fotocopia, ma non può sempre andare così bene. Auspico, piuttosto, la ripresa di Torres, che conferma la difficoltà di ambientamento degli spagnoli in Italia“.
“Ho sempre pensato che il reparto più importante in una squadra di calcio sia il centrocampo“. Di qui, il suggerimento all’amico Galliani: “Il Milan deve prima di tutto recuperare il miglior Montolivo, poi deve cercare di aumentare la qualità in mediana. Credo che Juventus e Roma siano un passo avanti solo per questo motivo“. Anche perché, secondo Zaccheroni, a Milanello c’è uno dei talenti più cristallini del calcio italiano: “El Shaarawy non sta giocando al massimo delle sue potenzialità, credo abbia qualità straordinarie. Le ha dimostrate in altri tempi, per questo Inzaghi deve andare avanti a lavorare su di lui per farlo esprimere al meglio“.
This post was last modified on 9 Dicembre 2014 - 10:58