E’ uno dei gruppi più forti, promettenti e famosi del settore giovanile rossonero, classe 1998 ma soprattutto classe da vendere. Gli Allievi Nazionali del Milan, secondi in classifica a -2 dall’Inter, sotto i riflettori e presentati dal loro allenatore, Riccardo Monguzzi, al mensile ufficiale “Forza Milan!“.
Sulle rivali principali per lo scudetto: “L’obiettivo principale è formare questi giocatori. I ragazzi hanno intrapreso già dall’anno scorso un percorso importante, da ampliare e sviluppare. Hanno ancora davanti a loro due o tre anni per migliorare ancora ed essere disponibili per la Prima squadra. Chiaramente a 16 anni non si è ancora pronti per una realtà come quella della Serie A, però con il giusto lavoro questa squadra può portare davvero tante soddisfazioni alla società. Per ciò che riguarda le avversarie, penso all’Inter, al Cesena, che mi ha sorpreso per il piacevole gioco espresso, al Chievo e all’Atalanta. Anche se prima di tutto, ripeto, conta crescere“.
Dai 2001 ai 2000, adesso i ’98: cosa cambia? “Le finalità sono molto diverse: negli Allievi lavora anche sull’aspetto atletico mentre con gli Esordienti solo sul piano tecnico. Questi ragazzi sono quasi già uomini e quasi pronti per il grande salto. Alcuni vanno gestiti con i consigli giusti per non volare troppo in là, altri un po’ più tranquilli vanno stimolati, sottolineando che hanno qualità importanti”.
Il significato di allenare nel Milan: “Una grandissima soddisfazione, non solo per il compito prestigioso che mi è stato affidato quest’anno. Si sta definendo la stessa metodologia in tutte le categorie del vivaio rossonero: si cresce insieme, c’è una condivisione e un coinvolgimento totale di quello che viene fatto. Non decide mai uno solo. Si tratta di una mentalità partecipativa, aiutiamo i ragazzi a formarsi e allo stesso tempo ci specializziamo noi tecnici: oggi si allena 24 ore su 24, ogni giorno. La vicinanza della società ci rende più responsabili, siamo un vero e proprio progetto. Ma i risultati si vedranno nel medio-lungo periodo“.
Su Cutrone e Locatelli, i due talenti più cristallini per l’avvenire: “Sono stabilmente inseriti nella rosa della Primavera, quando c’è bisogno di fargli fare minutaggio li accogliamo volentieri con noi. Sono di indubbio valore ma vanno guidati: a 16 anni non si è ancora pronti per diversi aspetti legati alle categorie superiori: se sono arrivati in Primavera è anche grazie alle esperienze precedenti. Non si finisce mai di imparare. Devono progredire in tutto, passo dopo passo e senza fretta: solo il tempo ci dirà se arriveranno i frutti sperati“.
(Foto: AcMilan.com)