Che fine ha fatto Keisuke Honda? Se lo stanno chiedendo davvero in tanti, in questi giorni rossoneri tanto febbrili sul fronte societario quanto pieni di punti di domanda sul piano tecnico.
L’arrivo del numero 10 rossonero, annunciato da Adriano Galliani un anno esatto fa, sembra davvero lontanissimo. Dal giorno dell’annuncio, infatti, si sono palesati e alternati periodi di rendimento molto differenti l’uno dall’altro, l’incontro con tre tecnici, un rapporto non sempre semplicissimo con la tifoseria.
La seconda parte della scorsa stagione, inutile negarlo, era stata piuttosto deludente. Allegri prima e Seedorf poi avevano faticato notevolmente a trovargli una posizione e il giovane giapponese, da possibile arma in più, si era presto trasformato in oggetto misterioso.
L’arrivo di Pippo Inzaghi, almeno a inizio stagione, sembrava aver cambiato completamente le carte in tavola. L’ Honda ammirato nelle prime partite non sembrava nemmeno più lo stesso giocatore: propositivo, capace di dialogare alla perfezione col compagno di fascia Abate e con gli altri solisti dell’attacco, decisivo su calcio piazzato.
Favola a lieto fine? Neanche per sogno. Il brutto anatroccolo, infatti, nelle ultime settimane sembra essersi reimpossessato di lui. Il goal? Un miraggio. Le prestazioni? A dir poco altalenanti e simili a quelle d’inizio avventura. Cambiare passo, a questo punto, è davvero un obbligo.