È ormai lontano quel maggio del 2012 quando, al termine di una accesissima lotta scudetto con la Juventus, terminata con il successo dei bianconeri, alcune delle più rappresentative leggende rossonere, certamente i grandi protagonisti dell’era di trionfi targata Carlo Ancelotti, lasciarono la casa del Diavolo, chi per tentare un’avventura meno faticosa, come Nesta, Zambrotta, Seedorf, Gattuso, chi per lasciare definitivamente il calcio giocato, come Pippo Inzaghi.
Terminava un ciclo straordinario, durante il quale il cosiddetto “usato sicuro”, sempre bistrattato dagli “esteti” del pallone, riusciva ancora a portare a casa uno scudetto nell’anno precedente e a sfiorarne un altro in quello allora in corso. Da lì cominciava un periodo grigio per i rossoneri, durante il quale prese forza e vigore la strategia della linea verde: per ritornare a vincere bisognava ricostruire e per ricostruire bisognava farlo partendo dai giovani. Idea sacrosanta, per carità. Ma troppo spesso ci si dimentica di quanto fondamentali siano i cosiddetti “esperti”, di quanto in un undici titolare sia fondamentale dosare al meglio la freschezza atletica e la spensieratezza dei giovani con la lucidità mentale e il raziocinio dei senatori.
E se il Milan visto nelle ultime due uscite di campionato è stato capace di portare a casa quattro punti contro due squadre sulla carta molto superiori, mantenendo persino inviolata la propria porta, gran parte dei meriti, è innegabile, vanno attribuiti a quell’usato sicuro al quale Inzaghi, giustamente, non ha voluto rinunciare. Uno di questi elementi è una sicurezza, è probabilmente il solo calciatore che nelle ultime stagioni non ha praticamente mai deluso, ponendosi in maniera stabile al di sopra della sufficienza. Parliamo di Nigel De Jong, che ha fatto della grinta, del carattere e della corsa le armi fondamentali per sopperire alla mancanza di doti tecniche cristalline e a un’età non più giovanissima, riuscendo a mantenere costantemente delle prestazioni di buon livello, che nel suo ruolo sono fondamentali per supportare la fase difensiva e aiutare quella offensiva, non rinunciando, nel contempo, a una buona attitudine realizzativa.
Una conferma, anche se all’inizio era stato messo in discussione, è arrivata anche da Diego Lopez, un colpo di mercato che definirei eccezionale, visti i costi nulli dell’operazione rapportati alla qualità del giocatore e al club di provenienza. È ovvio, infatti, che quando un portiere viene schierato costantemente titolare in campionato in una squadra come il Real Madrid e da due guru della panchina come José Mourinho e Carlo Ancelotti appare quanto meno naturale pensare si tratti di un estremo difensore di livello. E lo spagnolo non ha deluso le attese. Dopo un iniziale periodo di adattamento e una temporanea sostituzione con Abbiati, anche a causa di acciacchi fisici, è tornato a difendere in maniera egregia la porta rossonera, sfoderando una sicurezza eccelsa e interventi prodigiosi, che hanno contribuito in maniera decisiva all’inviolabilità della sua porta nelle ultime due uscite.
Ma se il Diavolo ha chiuso la propria retroguardia, incassando solo due gol nelle ultime cinque partite, buona parte del merito, e qui parliamo con una certa sorpresa, va ascritta a Philippe Mexes. Il centrale francese era, fino a qualche settimana fa, praticamente certo della partenza già a gennaio. Messo da parte da Inzaghi, il numero 5 milanista è poi stato impiegato nelle ultime uscite per cause di forza maggiore, l’infortunio di Alex, lo spostamento sulla fascia di Bonera a causa delle assenze di Abate e De Sciglio e alcune pessime prestazioni di Zapata. Così Mexes ha pian piano trovato spazio, raggiungendo la forma necessaria che lo ha portato fino agli exploit con Roma e soprattutto Napoli. In queste due sfide, il francese ha sorpreso tutti, sfoderando prestazioni di altissimo livello, facendo propri tutti i palloni alti, anticipando con una semplicità estrema campioni del calibro di Totti e Higuain e mantenendo sempre una freddezza sorprendente.
Insomma, De Jong, Diego Lopez e Mexes hanno dimostrato che l’usato sicuro va ancora di moda, che l’ usato sicuro non deve essere mai accantonato, che una squadra vince se riesce a trovare quella miscela perfetta tra calciatori giovani e più esperti. Tutti i tifosi rossoneri si augurano che SuperPippo sia finalmente sulla buona strada.
This post was last modified on 25 Dicembre 2014 - 19:28