Dario Fo senza mezzi termini: “Inter e Milan tirano a campare”

Strano ma vero, le milanesi, che tanto ci avevano abituato a dominare il palcoscenico nazionale e non, ormai viaggiano al ritmo di una “ provinciale”.  Attualmente Mancini da quando siede sulla panchina dell’Inter ha racimolato un solo punto nelle ultime tre gare, mentre il collega Inzaghi sta facendo peggio di Clarence Seedorf, il quale  nella passata stagione in 14 giornate, aveva raccolto 26 punti, mentre Pippo è fermo a 21.

Il  Corriere dello Sport, ha interpellato il premio Nobel per la letteratura del 1997, Dario Fo, il quale ha analizzato la “crisi” non solo calcistica ma di tutta la società milanese:  “Lo sport è lo specchio della società ed in questo caso della città. Io fingo di non interessarmene ma in realtà il calcio un po’ lo seguo e non posso non accorgermi che si sono perse la chiarezza, la pulizia e l’esempio che Milano ha dato per anni. Sfoglio i giornali e leggo solo di “business”, di giocatori da comprare e vendere come se il mondo del pallone fosse il mercato degli Oh bej Oh bej. Prima le due società milanesi non erano così.

Nel corso dell’intervista si è soffermato sulla figura dei due presidenti: “Thohir è arrivato all’ Inter solo per affari e non certo per lo spirito milanese che c’è in lui“. Poi, passa all’altra sponda di Milano e parla del presidente Berlusconi che guida i rossoneri dal 1986: “Berlusconi si sbatte per farsi considerare, ma il realtà è finito”.

Poi si è passati al calcio giocato e parla della crisi come anche una mancanza di fortuna dei club meneghini: “la stagione per una delle due potrebbe anche finire bene perché nello sport la fortuna gioca un ruolo importante e non ci sarebbe da meravigliarsi se nel gioco degli equilibri del calcio italiano, una delle formazioni milanesi risalisse. In realtà mi sembra che Inter e Milan in questo momento tirino a campare. Non sono più i due club che erano l’orgoglio della nazione per come facevano crescere e diventare campioni i ragazzi del loro vivaio. Adesso se c’è da concludere un affare, anche a Milano si vende chiunque”.

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