Bonaventura: “Pippo ha fiducia in me, non come Prandelli. Qui per vincere, ma devo migliorare”

Uomo del momento, giocatore vero: fuoriclasse silenzioso. A tutto Jack Bonaventura, uno dei colpi di mercato meglio riusciti nella storia recente del Milan ha rilasciato dichiarazioni di sostanza al Corriere dello Sport. Ecco il testo integrale.

Dove nasce questo Bonaventura? “Un po’ dappertutto, le mie esperienze professionali mi hanno insegnato qualcosa. Ho imparato da tutti gli allenatori che ho avuto e da tutti gli ambienti che ho frequentato. Da giovanissimo dovevo andare nell’Atalanta ma all’inizio pagavo la mancanza di statura e di fisicità. Sono stati bravi, hanno creduto in me, mi hanno aspettato. Il salto dalla Primavera alla Prima squadra è sempre difficile, io sono arrivato alla grande ribalta qualche anno dopo. Adesso che ci sono meno soldi le cose stanno cambiando. Non si posso acquistare più tanti giocatori e allora si punta più sui giovani. Gol più importante? L’ultimo, quello contro il Napoli. Ho fatto esattamente quello che dovrei fare. Ho giocato la palla, mi sono inserito“.

Su Inzaghi: “Fin da quando sono arrivato mi ha manifestato grande fiducia. Posso solo migliorare, devo avere più intensità e presentarmi anche più sovente in area di rigore, vicino alla porta. Il mister mi dice che dovrei fare qualche gol anche di testa. In realtà bisogna anche sapersi inserire, bisogna fare male alla difesa avversaria. Un vero centravanti si trova spesso in zona offensiva, devo cercare affinare le mie caratteristiche. Io erede di Pippo? Lui era diverso, era un vero bomber da area di rigore. Io gioco qualche metro più indietro rispetto agli attaccanti. E poi Inzaghi in questa società è un esempio per tutti noi“.

Sulla sua posizione preferita in campo: “Non saprei dirlo nemmeno io. L’importante per me è sapere quello che devo fare. Inzaghi è perfetto anche in questo senso: mi mette a mio agio, mi insegna a smarcarmi. Non è importante la posizione ma come si interpretano le situazioni in mezzo al campo. Comunque da mezz’ala o da esterno i movimenti sono molto simili“.

Sul presidente Berlusconi: “Ha grande carisma, ha molta influenza su di noi. Ha voglia di andare avanti. Sì, spesso ci dà qualche indicazione tattica“.

Su Menez: “Sicuramente è estroso, ha grande qualità. Non rispetta tanto le indicazioni, non fa cose convenzionali. Noi vicino a lui dobbiamo muoverci di conseguenza“.

Sulla corsa al terzo posto: “Noi ci proveremo, ma anche le altre squadre sono attrezzate come noi. Il Milan ha tutte le carte in regola per raggiungere questo obiettivo. Questa squadra deve crescere, sabato la Roma ci dirà a che punto siamo. Adesso dobbiamo consolidare la mentalità per vincere contro le grandi squadre“.

Sugli obiettivi: “Regalo di Natale? Una grande partita contro la Roma. Ci farà capire dove arriveremo in campionato, dove arriveremo con questa squadra, quali saranno i nostri orizzonti. Mi sono subito reso conto che questa è una società super. Sono qui per vincere qualche trofeo, ho tanti anni davanti. Sono uno che magari non parla tanto, però mi sono aperto con tutti ultimamente. Sono comunque una persona riservata e tranquilla. L’ambiente nello spogliatoio è bellissimo, mi hanno accolto tutti benissimo fin dal primo momento. Io vado avanti e cerco di aiutare la squadra“.

Ampio spazio alla Nazionale: “Tutto quanto passa da quello che si fa con il club. Sicuramente è una mia ambizione. Prandelli? Sì c’è stata qualche convocazione, ma non sentivo grande fiducia: preferiva quelli cresciuti con lui, che sugli altri avevano la precedenza“.

Extra-Jack: “Niente tatuaggi? Non lo faccio per ostentazione al contrario, né critico chi ce li ha. La mia passione è il calcio, e mi concentro su quella. Mi piacerebbe diventare un grande professionista. Comunque non è vero che sono timido. Riservato, questo sì. Mi piace suonare la chitarra e cantare gli U2, i Coldplay e gli Oasis. Non l’ho portata a Milanello per non disturbare gli altri. Idolo? Al mio paese c’è il quadro ‘la Madonna della Pace’, di Pinturicchio. Pinturicchio uguale Del Piero. Uno dei miei idoli, avevo il poster in camera. Sono anche passato dal Padova come lui, ma non esageriamo con i paragoni. Lui è un punto di riferimento del calcio italiano. Io sono un centrocampista eclettico, al servizio della squadra“.

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