Per la cronaca. E senza voler giudicare. La designazione dell’arbitro Paolo Valeri per la sfida con il Milan non ha fatto gioire il presidente dell’Udinese Pozzo, il perché va ricercato nei precedenti sfavorevoli della sua squadra insieme al fischietto romano: 12 gare, una sola vittoria e sei sconfitte. Insomma, se poteva scegliere, in base all’avversario di fronte, sarebbe stato uno dei primi esclusi.
Al numero uno friulano non ha ancora digerito l’episodio del 3 febbraio 2013 quando a San Siro, proprio contro il Milan, i bianconeri persero 2 a 1 a causa di un rigore generoso concesso in pieno recupero ad El Shaarawy (Heurtaux prende la palla sul cross, solo dopo aggancia il Faraone sulla corsa. Difficile, comunque, non avere dubbi in presa diretta). Fu la prima notte di Mario Balotelli rossonero: esordio, doppietta e successo. Più le durissime parole di Pozzo: “Valeri non ha equilibrio per arbitrare in A. E’ tecnicamente inadeguato. E’ stato una sciagura. Se venisse escluso migliorerebbe l’intera categoria“. In questi giorni, posizione più dolce: “Non ho nessun preconcetto, ben venga Valeri. Ci sono arbitri che devono crescere e le società devono essere brave a collaborare, Valeri con noi ne ha fatte davvero tante ma adesso è diventato internazionale e sarà sicuramente maturato“. Ecco, stiamo sereni.
Pozzo non si scordi gli episodi di Valeri a danno del Milan. Nel derby 2012-2013 (Milan-Inter 0-1) annullò un gol, più buono che non, a Montolivo e negò un tiro dal dischetto piuttosto sostanzioso a Robinho. Nella stagione successiva “colpì” nel 3 a 2 del Parma al Tardini: sì, fu lui a consentire la famosa punizione di Parolo “8 metri più avanti” rispetto al fallo iniziale. Doverosa considerazione. Per Valeri quella di domenica sarà la gara numero 100 nella massima serie, diamogli una mano. Soprattutto un calcio al rancore pregresso. E non grave.