Il reparto fantasma figlio di un gioco invisibile: è crisi in attacco

Sembra che in tre partite, le ultime tre per la precisione, forse l’unico reparto da Milan che fino ad ora la squadra di Inzaghi aveva saputo valorizzare quasi al cento per cento, l’attacco, si sia lentamente spento, finendo con l’incapacità di colpire anche la difesa del Palermo nell’umiliante sconfitta di San Siro per 0-2. Un trittico preoccupante, dopo un inizio spumeggiante che lasciava pregustare spettacolo, almeno là davanti, vista la mancanza di qualità fra zona mediana e difensiva.

Un attacco che ha smesso di produrre, ha smesso di incantare con le sue azioni in contropiede e spunti grandiosi dei singoli. A proposito, i singoli: il primo sul banco degli imputati non può non essere Menez. Già, proprio lui, il francese, osannato come miglior colpo del mercato rossonero a suon di prestazioni da urlo, come il resto della squadra è calato vistosamente nell’ultima settimana. Ieri, contro i rosanero, è sembrato l’ombra di se stesso: impreciso, svogliato, egoista e senza grinta, praticamente non ha saputo prendersi l’attacco sulle spalle, contrariamente a quello che aveva mostrato precedentemente. Forse il peggiore in campo.

Capitolo Torres: la migliore partita disputata dallo spagnolo solamente, e purtroppo, a livello di sacrificio e lotta in mezzo al campo, a tratti si vedeva pure in mediana a cercare di recuperar palloni nella confusione più totale; manca ancora l’altro aspetto, quello decisivo, quello dell’incisività, tradotto: il gol.
Pazzini, suo collega entrato nella seconda frazione, non ha avuto modo di esprimersi al massimo, ormai la squadra non girava più ed i palloni che arrivavano lì davanti rasentavano l’imbarazzo di un gioco che non c’era. Vittima del gioco è stato pure Honda, che dopo gare da giocatore decisivo è calato e nella sua zona di competenza non ha saputo dare il massimo.

Nel secondo tempo è entrato anche El Shaarawy, forse il migliore fra gli attaccanti rossoneri: ci ha provato, ha corso ed ha tentato di pungere, invano, Sorrentino: nemmeno per lui è scattata la gioia di un gol, quella che gli manca da morire. È entrato lentamente nel vortice dell’inespressività del suo reparto, quasi senz’anima. Tutto sommato, ha cercato di dare una scossa ad una squadra che si era spenta già poco dopo lo 0-2 di Dybala.

Dopo Milan-Fiorentina si parlava già di una formazione in crisi di gioco; ora, dopo Milan-Palermo, si dovrebbe parlare di una squadra che di gioco non ne ha nemmeno idea di cosa sia. Questa è la conclusione se si pensa agli ultimi tre match, quindi bisogna sì allarmarsi ma con moderazione: c’è ancora tempo per capire i problemi, analizzarli e lavorare. Per fortuna i verdetti di fine stagione sono ancora lontani. Per ora.

 

 

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