Piermaurizio Di Rienzo è giornalista professionista dal 2006 e coordinatore dei contenuti di SpazioMilan.it dal 2012. Dopo quasi un decennio di redazioni (Il Giornale, Leggo, Libero, Radio Lombardia e Sole24Ore), si è occupato per oltre due anni della comunicazione di alcune tra le più importanti manifestazioni fieristiche europee per poi intraprendere la strada di Food&Beverage Manager e CEO di una società del settore moda a Milano. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” ogni domenica su Radio Reporter. E’ direttore editoriale della free press pomeridiana Mi-Tomorrow
C’era una volta il Trofeo Berlusconi. Un vero e proprio classico del calcio italiano, posizionato com’era a metà agosto per fungere da antipasto della Serie A ai nastri di partenza. C’erano Milan e Juventus che quasi sempre nelle settimane successive a quel match si sarebbero sfidate per le posizioni più nobili della classifica. C’era il pubblico delle grandi occasioni, anche sessantamila persone a sfidare temperature afose per una partita che avrebbe contato solo per le statistiche. C’era pure la cabala che per lungo tempo imponeva gli scongiuri a chi vinceva la “coppa di nonno Berlusconi” che per l’annata successiva non si sarebbe ripetuto per lo scudetto.
Oggi c’è un Milan da lavori in corso. Non c’è la Juve, ma i campioni sudamericani del San Lorenzo. Non ci sarà il pubblico delle grandi occasioni e neppure la diretta televisiva. Così come non ci sono cabale da temere. Per contro, c’è l’opportunità di vedere all’opera una sorta di “squadra B”. Sapranno i riservisti Mexes, Armero, Niang, Mastour, van Ginkel, Pazzini far cambiare idea a Inzaghi? I loro nomi sono tutti nell’elenco dei possibili partenti a gennaio, ma stasera paradossalmente loro stagione potrebbe svoltare.
Staremo a vedere quella che sarà davvero una prova d’appello da non fallire. Difficilmene, infatti, ce ne saranno altre soprattutto quest’anno che la Coppa Italia vale come una Champions, parola di Pippo Inzaghi. Senza dimenticare che si tratta pur sempre di un memorial in onore del padre del Presidente (annunciato a San Siro) e quindi l’obbligo, a prescindere, è di evitare figuracce. E figuranti.