Fischi a San Siro. Ebbene sì. Il pubblico, per la prima volta in stagione, rumoreggia nei confronti della squadra. In fondo una sconfitta può anche starci, ma perdere contro il Palermo in questo modo no. Partenza in salita con l’infortunio di Alex, l’ingresso di Zapata e l’autogol del colombiano. Il 2-0 di Dybala due minuti più tardi mette il sigillo alla più brutta partita della stagione e alla fine del primo tempo i tifosi si fanno giustamente sentire. I fischi sono arrivati dritti al bersaglio, nonostante lo stadio fosse praticamente vuoto.
Solo ventottomila spettatori paganti, pochi anche per una fredda serata d’inizio novembre. Gelida come l’atmosfera che si respirava al Meazza: pochi cori e soprattutto pochi spettatori. Meno pubblico di quanto il Milan potesse pensare, un peccato se si considerano tutti gli eventi che la società rossonera sta organizzando nel pre-partita per i supporters presenti allo stadio. Bella la cornice all’esordio contro la Lazio e coinvolgenti le coreografie contro la Juventus, ma poi il nulla contro il Chievo, la Fiorentina e domenica sera contro il Palermo.
I fischi hanno colpito Filippo Inzaghi e tutta la squadra, ma i più bersagliati sono stati sicuramente Cristian Zapata e Jérémy Ménez. Dopo l’autorete, il difensore ha mostrato gravi lacune per il dispiacere degli spettatori paganti. Il pubblico non ha perso tempo per sfogarsi e contestare il colombiano. Così come ha fischiato senza pietà il francese, reo di tener troppo il pallone senza concludere nulla. L’aggancio al terzo posto sembra ancora possibile, ma al momento è più urgente convincere i tifosi che il Milan è ancora vivo.