Se inquadrare il bersglio vicino è più difficile, perché non mirare direttamente quello lontano? Oggi La Gazzetta dello Sport usa questa immagine per risollevare un difetto profondo: il mal di big. Storicamente grande, ma minuscolo con le grandi nel recente passato. Ecco il riassunto del Milan in Serie A con Juventus, Roma, Inter, Napoli, Fiorentina e Lazio.
Dopo l’anno dello scudetto, nella quale arrivarono 24 punti su 36, i rossoneri hanno collezionato una serie di numeri da incubo: nel 2011-2012 2 vittorie, 6 sconfitte e 4 pareggi, nel ’12-’13 2 vittorie, 5 sconfitte e 5 pareggi, nel ’13-’14 2 vittorie, 7 sconfitte e 2 pareggi. Nella stagione in corso, una vittoria (Lazio), una sconfitta (Juve) ed un pari (Fiorentina). Totale: 7 successi su 39 gare. Quasi nulla. Anche con Inzaghi l’andazzo non sta migliorando, un bel paradosso per chi ambisce, almeno nelle parole, a tornare in Champions. Viene da sé pensare quanto possa, debba valere il derby: non solo una questione di punti. E’ vero, nella lunga corsa del nostro campionato la differenza maggiore possono farla gli incontri con tutte le altre squadre, ma se il Milan vuole credere all’Europa ha bisogno di bottini pieni di prestigio.
E l’Inter arriva nel momento propizio (anche se, prima dell1-0 favorevole dello scorso maggio, il Diavolo non vinceva dalla finale di Supercoppa di Lega dell’agosto 2011): battere Mancini produrrebbero una scarica positiva a livello mentale, poi sarebbe più “scusabile”, ragiona la Rosea, un ko con il Genoa nel prossimo turno. Un esame d’orgoglio.