Lavorare sulla difesa in campo, non su quella (estrema) in tv

Christian Pradelli è giornalista professionista e direttore di SpazioMilan.it dalla sua fondazione, l’8 marzo 2011. Dirige parallelamente il free-press pomeridiano MI-Tomorrow. Collabora con La Gazzetta dello Sport e Leggo. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter ed è opinionista per Milan Channel. È la voce ufficiale del Milan per TopCalcio24, canale del gruppo Mediapason (canale 114 del DTT).

Non facciamo finta di non aver sentito. E nemmeno giriamoci troppo attorno. Sentire il nome di Daniele Bonera associato alla definizione di “migliore in campo” dopo la gara di Genova contro la Sampdoria ha fatto drizzare le antenne (diciamo solo quelle) a tanti milanisti. Per carità, un allenatore deve proteggere sempre il proprio team. Ma qui non bisogna esagerare in difese strenue ed estreme che possono trasformarsi nel giro di poco in un pericolosissimo boomerang. E allora è meglio pensare che le dichiarazioni di Pippo Inzaghi a fine partita siano state frutto di un “eccesso di aziendalismo”.

Bonera diventa così lo spunto per riflettere sull’atteggiamento assunto dal tecnico rossonero. Come affermato proprio ieri dal buon Vittorio Feltri, parlando di Superpippo, “essere aziendalisti non significa mettersi in una posizione sbagliata“. Già, ma un allineamento troppo costante col “padrone” non permette sempre di vedere le cose con l’orizzonte aperto a 360 gradi. Tradotto: serve più coraggio, anche di dire la verità. E cioè, nel caso di questo Milan, che c’è una difesa traballante. E che alcuni interpreti scelti non offrono sufficienti garanzie per poter raddrizzare il reparto.

Inzaghi è un idolo per tutti i tifosi milanisti. Questo punto di forza, però, può moltiplicare i malumori nel momento in cui gli stessi tifosi dovessero sentirsi presi in giro. Lo abbiamo visto con Adriano Galliani che per larghi tratti, soprattutto nell’ultimo anno e mezzo, è stato considerato troppo al servizio della proprietà. Ecco perchè per Pippo ora è il momento della personalità, da tirar fuori in ogni modo. A costo di tagliare definitivamente “teste scomode“. A costo di dire verità sacrosante, ma fastidiose. Meglio, molto meglio, che sfoderare dichiarazioni di andreottiana memoria per salvare capra e cavoli. E dire che Silvio Berlusconi fu l’uomo in grado di abbattere la Prima Repubblica…

Twitter: @Chrisbad87

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