In fondo era scontato: l’amore smisurato per l’Inzaghi calciatore non lo avrebbe di certo protetto dalle critiche, una volta calatosi nelle vesti di allenatore. Ed è anche giusto così. I ricordi spesso sono àncore, paralizzano il futuro e tolgono obiettività.
Come sottolinea La Gazzetta dello Sport, San Siro ieri ha fischiato, tanto, alla fine del primo tempo e al triplice fischio arbitrale, quando ogni speranza di vedere un cambiamento era ormai vana. Quei fischi risuonano nelle orecchie di Inzaghi perché (proprio perché è lui…) non sono tanto sinonimo di critica, quanto di sfiducia, di paura.
I milanisti non sono arrendevoli di natura, ma certi spettacoli sono demotivanti per antonomasia. E nemmeno i legami più stretti fanno più da paraocchi…
This post was last modified on 3 Novembre 2014 - 12:03