Solito Milan, soliti problemi. È stato un derby da nulla di nuovo sotto il sole quello visto domenica sera a San Siro. Un Diavolo generoso, certo, ma troppo impreciso e ancora orfano di quelle geometrie in fase difensiva che dovrebbero ormai esser assimilate.
I dati a riguardo, purtroppo sono davvero impietosi e rasentano il preoccupante: almeno un goal subito in ogni partita, tanti errori ed estrema difficoltà anche di fronte a bomber quasi improvvisati. Unico caso isolato, decisamente per demeriti altrui, la sfida casalinga contro il Chievo di qualche tempo fa. Lo svarione difensivo, insomma, è all’ordine del giorno e può esser riconducibile a svariate ragioni. Dispiace fare le pulci al lavoro di un combattente come Pippo Inzaghi, ma le ultime disposizioni tattiche hanno lasciato parecchio a desiderare. La difesa ha bisogno di protezione, la difesa ha bisogno di un centrocampo più folto, più capace di tutelarla e di non esporla a pericoli continui. Quante volte abbiamo visto, non a caso, il pur ottimo Mexes cercare l’intervento sul cerchio del centrocampo, esponendosi anche in prima persona a rischi notevolissimi?
La disposizione tattica, però, può anche essere figlia di una povertà d’organico mai davvero colmato. Manca, evidentemente, un degno sostituto di Riccardo Montolivo. Manca, insomma, un uomo capace di garantire quelle geometrie e quell’ordine che danno un senso al pur importante lavoro degli Essien e dei Muntari. Forse sarà una riflessione banale, ma già da domenica serve comunque, nonostante l’organico e un tecnico più interessato alla fase offensiva, una decisa inversione di tendenza. Perché se subisci troppi goal non vinci, perché la banda Stramaccioni è votata al contropiede e con certi spazi, purtroppo, ci va a nozze.