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Ben venga Mancini. Non faccio parte della schiera di milanisti preoccupati per il cambio sulla panchina nerazzurra, il 19esimo in 19 anni. Roba da vera Inter dei record. Glieli lasciamo volentieri. Noi preferiamo difendere, forse anche troppo, i nostri allenatori. Loro invece, storicamente e “morattianamente”, scaricano tutte le colpe sui tecnici. Anche quando non sono gli allenatori i primi responsabili dei risultati deludenti. Esattamente quello che è accaduto in queste prime settimane di campionato. Mazzarri ha raccolto i primi fischi alla prima di campionato. Irreale!
Noi siamo diversi, speriamo di continuare ad esserlo. Mazzarri non era il primo responsabile di una classifica deludente e infatti pensavo che il nuovo presidente, a differenza di quello precedente, lo tenesse almeno fino a fine stagione. E invece anche Thohir si é fatto prendere dalla “morattite” oppure, più semplicemente, il vecchio presidente dimissionario conta ancora tanto, anzi tantissimo. Non a caso il nuovo allenatore l’ha scelto lui, anche se si tratta di una decisione discutibile dal punto di vista economico (proprio in pieno Moratti style) e non a caso é tornato a contare Zanetti, uomo di fiducia della “famiglia”.
Insomma “tutto cambi perché nulla cambi“. Bene così, nei prossimi 2 anni l’Inter pagherà 30 milioni netti solo per gli ingaggi degli allenatori. Cose che accadevano ai tempi di Mourinho, la differenza é che quella squadra vale almeno il triplo di quella attuale. Per questo dicevo che con Mancini in panchina l’Inter non risolve niente, anzi acuisce i problemi economici e obbliga il nuovo tecnico a migliorare il quinto posto di Mazzarri. Altrimenti sará fallimento. Sinceramente vedo il ritorno di Mancini come un passo indietro, non avanti.
Per questo mi tengo volentieri il mio Milan con un bravo allenatore che pian piano sta costruendo qualcosa di buono, di logico, di economicamente compatibile con il nuovo corso del calcio italiano. Per questo sono contento che in queste due settimane si sia parlato quasi solo di Inter. Mi ricorda la pausa della nazionale che precedette il derby di ritorno 2010/11, quello del 3 a 0 e del mancato sorpasso, quello dell’ultimo scudetto. Quello con Leonardo in panchina. E, lo ha rivelato Moratti, guarda caso l’alternativa a Mancini era proprio il brasiliano. É vero che i cambi di allenatore portano sempre entusiasmo. Ma c’è anche una controindicazione tattica. La difesa a 3 di Mazzarri è stata giudicata l’errore più grande del tecnico livornese. La prima cosa che fa Mancini è ripristinare la linea a 4 e iniziare a giocare in modo più offensivo. Perfetto, cambiare un sistema difensivo in pochi giorni é un’impresa difficile, cambiare in una settimana la filosofia di gioco lo é ancora di più.
Inoltre il Milan di quest’anno ha dimostrato di sentirsi a proprio agio contro le squadre che attaccano, mentre siamo in grossa difficoltà con chi ci aspetta nella sua area. Un altro motivo per vedere il cambio in panchina come un aspetto positivo, non negativo. Se sará l’Inter a fare la partita noi potremo colpirli in ripartenza sfruttando le caratteristiche dei nostri uomini migliori. A patto però che non giochi Torres, che con questa strategia di gioco c’entra ben poco. Sono ottimista e dico che, partendo a fari spenti e con umiltà, faremo un gran bel derby.
Chiusura con sassolini dalla scarpa: sempre a proposito di derby, l’Inter ha chiesto all’Atletico Madrid Cerci in prestito. E lui, per strizzare l’occhio ai nerazzurri, ha per la prima volta ammesso che quest’estate era a mezzo passo dal Milan. Alessio incolpa Galliani di non aver mantenuto le promesse, ma qualcuno deve spiegargli che se fosse stato per l’ad rossonero Cerci sarebbe stato a Milanello già da un pezzo. Perché al Milan di Inzaghi non serviva per forza una punta centrale come Torres. Al limite si poteva tenere Matri per quel ruolo. A proposito, cosa ci faceva Alessandro con la maglia azzurra? Chissà se qualcuno finalmente si accorgerá che l’errore più grosso non è stato prenderlo, ma disfarsene in fretta e furia?