L’allenatore della Primavera del Milan, Cristian Brocchi, ha rilasciato una lunga intervista a Milan Channel, parlando innanzitutto della sua esperienza da tecnico: “La voglia e la volontà di fare l’allenatore è normale che sia dentro di me, però ho avuto la fortuna di iniziare questo percorso che nel settore di giovanile con l’area tecnico metodologica. Sta diventando qualcosa di bello con Filippo Galli, che e’ il nostro responsabile, e Stefano Baldini, che sta cercando di fare un lavoro importante, io ho la fortuna di essere l’allenatore della Primavera, ho la fortuna di poter imparare tanto, di potermi fare le ossa da allenatore ma soprattutto di crescere piano piano per sentirmi pronto e preparato per qualsiasi sfida quando sara’ il momento. Adesso come adesso il mio obiettivo, il mio sogno, non e’ tanto quello di vedermi su una panchina importante in breve tempo, ma sedermi, magari, allo stadio San Siro e vedere giocare in prima squadra due o tre giocatori del settore giovanile che ho allenato, questa sarebbe una bella soddisfazione”.
Brocchi parla, poi, del derby della prima squadra: “Il punto di domanda può essere Mancini perchè preparare un derby su una squadra con un allenatore che già conosci è sicuramente più semplice che preparare un derby con un allenatore nuovo, anche se già lo conosci. I giocatori nerazzurri avranno una motivazione in più per far vedere al nuovo mister le qualità che possiedono per poi ambire ad avere un posto da titolare, però penso che preparare un derby sia una una delle cose più semplici per un giocatore, non ha bisogno di stimoli esterni perchè una partita così bella da giocare, è la ciliegina sulla torta di quello che fai durante la settimana, durante l’anno e durante la tua carriera.
La chiusura è su quale stracittadina lui ricordi con più piacere: “Ricordo con maggior gioia l’euroderby di Champions, per le emozioni che ci ha regalato, perche’ mi ricordo la preparazione di quella partita, eravamo tutti euforici e vogliosi di andarla a giocare. Averlo vinto ed essere andati in finale di Champions fu una emozione indimenticabile”.