Se il pareggio di ieri a “Marassi” può soddisfare perché ottenuto in casa di una delle squadre più in forma del campionato e con un gioco tornato a livelli accettabili, dobbiamo però evidenziare che questo secondo miniciclo di stagione non ha dato risultati che possiamo definire positivi. Rispetto a un buon inizio di stagione, infatti, i rossoneri hanno conquistato solo sei punti sui quindici disponibili, segnando di meno e subendo in media gli stessi gol. Il risultato di questo calo è che ora il Milan è ai margini della zona Europa, con il terzo posto che si allontana. La sfida di ieri fa ben sperare, ma serve cambiare radicalmente marcia, perché dopo la sosta c’è subito il derby e, poi, nell’ordine, Udinese, Genoa, Napoli e Roma. Superare in maniera degna queste sfide significherebbe dare un senso alla stagione. Diversamente, si rischia di vivere il calvario dello scorso anno. Il Milan non può più permettersi di fare come nelle ultime uscite, in cui ha racimolato solo tre punti in quattro giornate, un ruolino di marcia assolutamente non da una squadra che vuole puntare al terzo posto. IN RIBASSO.
Altra croce ormai annosa dei rossoneri è la mediocrità del reparto difensivo, che continua a incassare gol a ripetizione, mantenendo la disastrosa media di più di una rete subita a partita. La debolezza della retroguardia milanista emerge in maniera lampante nei calci da fermo, questo problema non semplicemente annoso, ma addirittura decennale. Se esiste in parti l’alibi delle assenze di Alex e Abate, i due uomini al momento più in forma della difesa, è anche vero che una squadra come il Milan non può far affidamento solo su due elementi. Mexes e Bonera sono apparsi, infatti, totalmente inaffidabili. E se per il francese c’era l’attenuante della prima gara stagionale, per l’ex Parma gli errori iniziano a diventare pesanti e difficilmente digeribili. Dopo il disastroso primo tempo di Empoli, infatti, anche ieri poteva compromettere la gara con la sua espulsione, senza contare la dormita in aria sul pareggio doriano di Okaka. Insomma, la fragilità sembra al momento insuperabile, e neppure Inzaghi è riuscito a trovare una soluzione. IN RIBASSO.
Se dietro la solidità resta lontana e i rossoneri continuano a incassare troppi gol, davanti la situazione sembra essere cambiata, o meglio, sembra essere tornata come qualche settimana fa. L’approccio di ieri del tridente è stato molto positivo, aggressivo e dinamico contro una squadra compatta e che non ti lascia giocare. Finalmente sono tornati al gol gli attaccanti e dopo 622 si è sbloccato il Faraone con una rete bellissima, da degno fuoriclasse. Sotto gli occhi di Conte, in quello che poteva essere il suo stadio, è esploso in un pianto liberatorio, figlio di una maledizione che stava cominciando a minare le sue certezze e chissà, il suo futuro. Questo gol vale tanto, può davvero significare il punto di svolta per la sua stagione. E che questa rete sia solo l’inizio per tornare in nell’Olimpo dei talenti italiani. IN RIALZO.
Da rivedere, invece, uno che la storia dell’attacco rossonero l’ha fatta per un decennio intero e che adesso guida i diavoli dalla panchina. Sì, perché Inzaghi, oltre a sbagliare l’inserimento di alcuni giocatori, totalmente inadeguati, nei ruoli chiave, non pensa minimamente di rivedere il suo operato, in parte smentito dai risultati, ma si lascia addirittura andare a dichiarazioni sconcertanti, che puzzano di preconfezionamento. Dire che “Bonera è stato il migliore in campo, che ha disputato una gran partita insieme ad Essien” e parlare di “grande Milan” e di “strada giusta per tornare grandi” significa non avere le idee proprio chiare. Vivere col paraocchi stupisce se a farlo è proprio uno degli artefici di un Milan straordinario, che nel primo decennio Duemila ha vinto tutto in Italia e nel mondo. Speriamo che SuperPippo e la società tutta cerchino di vedere il bicchiere non sempre mezzo pieno, anche quando è completamente vuoto, e che inizino a muoversi per far tornare il Milan davvero grande, non ai margini dell’Europa. IN RIBASSO.
Alterne fortune, in questo weekend, anche per il settore giovanile. Si è fermata la marcia della Primavera, che a Udine ha racimolato solo un punto, peraltro “guadagnato”, per dirla con Brocchi, visto l’atteggiamento svogliato dei suoi ragazzi. Male gli Allievi Nazionali, che perdono il derby contro l’Inter per 2-1, dopo una gara con due rigori, entrambi falliti, e due espulsioni per parte. Vanno decisamente meglio i Giovanissimi Nazionali, che travolgono l’Albinoleffe con un rotondo 5-0. Sconfitta, invece, dopo cinque successi consecutivi, la compagine dei Giovanissimi Regionali 2001, che vengono superati dalla Cremonese con il punteggio di 4-2. Rotondo successo anche per la Beretti di mister Nava, che sconfigge il Venezia per 3-0, portandosi a sette vittorie di fila. Chiudiamo, infine, con il successo nel derby per 2-1 da parte degli Esordienti 2004. STAGNANTE.
This post was last modified on 9 Novembre 2014 - 21:06