Si chiude con la pesantissima sconfitta casalinga contro il Palermo una settimana pessima per i rossoneri, che si vedono costretti a ridimensionare drasticamente le proprie ambizioni che, fino a pochi giorni fa, erano da terzo posto e che, adesso, invece, assumono i contorni di una stagione sulla falsariga di quella passata. Il tonfo di ieri sera è stato davvero pesante, perché i ragazzi di Inzaghi non hanno quasi mai dimostrato di essere in partita, se non nella prima parte della ripresa. La vittoria dei Siciliani è stata meritatissima e ciò che ha lasciato più perplessi è stata la netta superiorità fisica dei rosanero. Il tutto dopo un turno infrasettimanale altrettanto scadente, coinciso con lo scialbo pareggio di Cagliari, e un altro pareggio poco convincente contro la Fiorentina a San Siro. Insomma, il campanello d’allarme torna a suonare con tutta la sua forza. Il brillante Milan dell’avvio di campionato si è dissolto come neve al sole. IN RIBASSO.
Nessun reparto è esente da colpe, in primis la difesa, che continua irrimediabilmente a subire gol e che senza Alex sembra essere ancor più evanescente. Se, infatti, il Milan continua ad avere una delle peggiori retroguardie della serie A anche in presenza del difensore brasiliano, quando questi manca, com’è successo ieri sera, sostituito a due minuti dal fischio d’inizio per infortunio, la fase difensiva milanista diventa un film horror. Nel caso di ieri, assoluto protagonista è stato Zapata, autore di un autogol incredibile e di diverse dormite colossali, una delle quali ha permesso il raddoppio di Dybala. Non fosse stato per diversi interventi prodigiosi di Diego Lopez (almeno lui), il risultato sarebbe stato molto più rotondo, almeno nel primo tempo. Tunnel senza uscita. IN RIBASSO.
Stesso psicodramma lo sta vivendo il reparto offensivo, che da ieri sera non può più neppure vantarsi di essere il più prolifico della serie A, vanto che, tra l’altro, era in gran parte permesso dall’avvio di stagione, non certo dalle recenti magre uscite dei rossoneri. Nelle ultime tre giornate, infatti, il Diavolo ha messo a segno solo due reti, così come soltanto due sono stati i punti nei medesimi turni. A Cagliari la squadra di Inzaghi ha effettuato soltanto cinque tiri verso lo specchio e ieri sera è stata evanescente per tutta la durata della partita. Gli uomini di spicco delle prime gare del torneo sono scomparsi, Honda è calato drasticamente, Menez è inconcludente, Torres una delusione, El Shaarawy, quando gioca, non riesce proprio a centrare il bersaglio. Ci mancava soltanto la polemica su Pazzini. IN RIBASSO.
Un caso mediatico, quello scatenato dalla moglie di Pazzini questa settimana che, seppur deleterio per la squadra, come lo sono tutte le polemiche, una sua pur minima ragion d’essere ce l’ha. Perché, con un attacco così in difficoltà, appare quantomeno opinabile la scelta di non concedere un’opportunità al Pazzo sin dall’inizio. Nella manciata di minuti giocati fin qui, l’undici rossonero non è riuscito a lasciare il segno, ma le occasioni per farlo sono state davvero poche. Appare difficile, infatti, fare la differenza in dieci, o massimo venti, minuti a disposizione. Inzaghi dovrebbe cercare di recuperare un calciatore che due stagioni fa è stato fondamentale per la conquista del terzo posto. Poi, il campo potrà darci il verdetto definitivo, ma privarsi di un attaccante così, senza neanche il tentativo di recuperarlo, potrebbe solo lasciare l’amaro in bocca e accrescere eventuali inutili rimpianti. IN RIBASSO.