Tridente nel derby? Serve Jack

Christian Pradelli è giornalista professionista e direttore di SpazioMilan.it dalla sua fondazione, l’8 marzo 2011. Dirige parallelamente il free-press pomeridiano MI-Tomorrow. Collabora con La Gazzetta dello Sport e Leggo. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter ed è opinionista per Milan Channel. È la voce ufficiale del Milan per TopCalcio24, canale del gruppo Mediapason (canale 114 del DTT).

Quanto gliela (ce la) stanno tirando. Che questo possa essere il derby di Fernando Torres è pensiero diffuso, nonostante non si vedano all’orizzonte particolari segnali di ripresa. Eppure Nando è uomo derby per antonomasia: lo è stato a Madrid, come lo è stato nei numerosi derby inglesi. Domenica, poi, ritroverà quell’Inter e quel Roberto Mancini che non solo purgò nella Champions League 2008, ma che portò di fatto all'(auto)esonero del Mancio. Corsi e ricorsi storici, insomma, che non danno particolare sensazione di essere supportati dal presente. Tradotto: Torres fa grande lavoro durante la partita, porta via l’uomo da vero stantuffo e prova a cercare sempre e comunque la via del gol. Ma finisce, spesso e volentieri, per giocare troppo distante dall’area. Un handicap determinante, al momento, per la casella dei gol fatti.

Sta meglio di lui Stephan El Shaarawy, che per troppo tempo ha avuto nel gol del 24 febbraio 2013 (Inter-Milan 1-1) l’ultimo pensiero gioioso legato a una marcatura. Oggi è un Faraone nuovo, tornato alla ribalta anche in Nazionale, pronto a prendersi la squadra sulle spalle ma, soprattutto, prontissimo a creare il solco su quella fascia sinistra sempre più di sua proprietà. E, sarà un caso, ma da quando il 92 è risorto, c’è un 7 in grossa difficoltà: Jeremy Menez, ad ora, non è per nulla certo di una maglia da titolare. Altroché. Perché, se è vero che è tornato al gol su rigore a Genova, è anche vero che l’ultimo spettacolo offerto, quello a Parma, sembra ormai lontano anni luce. Temporalmente e tecnicamente. Non bastano più i suoi continui proclami verbali: serve il miglior “falso nueve”. E chissà che la nascita in settimana di Menzo possa aiutarlo in questa risalita.

Il grosso, grossissimo punto di domanda, tuttavia, è legato al capocannoniere rossonero. Tanto micidiale sotto porta nelle prime giornate, tanto timido nel recente momento del bisogno: la recente involuzione di Keisuke Honda non è da catalogare tra i drammi peggiori, certo è che, verrebbe da dire, finché tutto è andato bene è girato anche lui, poi, in coabitazione con Menez, ha deciso di farsi una siesta. Serio e meticoloso, gli allenamenti extra non si contano, il giapponese va incontro alla Coppa d’Asia e, per come stanno le cose, deve augurarsi che Giacomo Bonaventura ritardi il più possibile la sua “esplosione”. Sembra proprio l’ex Atalanta, infatti, il più in palla della truppa insieme al Faraone. E chissà che alla fine, accanto all’atteso Torres, domenica sera non partano titolari proprio loro due.

Twitter: @Chrisbad87

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