E’ un pareggio che lascia l’amaro in bocca, quello ottenuto a San Siro contro la Fiorentina, caratterizzato da una prestazione buona nel primo tempo e a dir poco altalenante nella ripresa. Il Milan parte bene: grazie a un Abate in grande spolvero, la fascia di destra diventa facile terreno di conquista, mentre a centrocampo un De Jong grintoso e determinato recupera un gran numero di palloni, coordina al meglio i due compagni di reparto e ben protegge la coppia centrale, composta da Alex e Zapata, che si esprime su buoni livelli.
I rossoneri rimangono bassi, con le punte che corrono molto, pressano con regolarità e ripiegano in maniera puntuale, si chiudono e aspettano che la Fiorentina si faccia avanti, per poi ripartire in velocità. E’ questo il copione del primo tempo: il Milan si copre, svolge la fase difensiva in maniera ordinata ed efficace, rende sterile il possesso palla viola, non subisce occasioni e fa il possibile per ribaltare il fronte con incisività. Mossa vincente. Nella seconda frazione di gioco, però, la musica cambia.
La Fiorentina è più dinamica e aggressiva, mentre i rossoneri sono meno attenti alla fase difensiva e concedono spazi tra le linee, anche perché gli interni di centrocampo ripiegano con meno assiduità. Ecco allora che, a seguito di uno svarione collettivo, coincidente con l’unico errore di posizionamento commesso da De Jong, la Fiorentina trova l’uno a uno. Subito il gol del pareggio, il Milan prova a impossessarsi delle redini del gioco. Così facendo, però, rischia di essere colpito in contropiede. Contropiede che, nel primo tempo, era stato uno dei punti di forza degli uomini di Inzaghi.
Tuttavia, De Jong e la coppia centrale, con interventi provvidenziali, evitano che la Fiorentina possa creare pericolose palle gol. Le possibilità per tornare in vantaggio e vincere la partita ci sarebbero, dal momento che i gigliati sono lunghi e lasciano varchi, ma il Milan non ne approfitta: le punte esauriscono la benzina e, in prossimità dell’area di rigore, risultano poco precise. L’ingresso di Bonaventura, che dovrebbe creare superiorità numerica e permettere al Milan di cambiare marcia, non sortisce gli effetti desiderati: Jack sbaglia palloni facili, entra in partita a fatica e non si impone. Finisce uno a uno, con il Diavolo che disputa un primo tempo tatticamente perfetto, prima di rovinare (quasi) tutto con una ripresa contraddistinta da qualche sbavatura di troppo e da poca lucidità nei momenti decisivi.