Equilibrio e modulo, Inzaghi è ancora alla ricerca della formula giusta per il Milan, modificando spesso formazione iniziale e giocatori. Un dinamismo evidente anche nelle sostituzioni nel corso di ogni gara, sotto la lente di ingrandimento e oggetto di analisi.
Dalla Lazio al Cesena l’allenatore rossonero ha sempre effettuato tutti i cambi possibili (3), per un totale di 15 in cinque sfide. Due (forzati) prima dell’ora di gioco, a Empoli: al 31′ Bonaventura per l’infortunato van Ginkel e al 46′ Poli per Muntari, ammonito e nervoso. Delle 13 restanti, cinque dopo il 70′ e quattro dopo l’80’. Traducendo i numeri e misurandoli rispetto al rendimento, la risposta più interessante mette in evidenza un difetto da considerare e superare: fino ad ora, nessuno dalla panchina ha inciso sull’incontro in maniera decisiva. Zero gol. Ma c’è di più. Lazio, Parma, Juventus e Cesena: dal momento del primo cambio in poi il Milan non è mai riuscito a migliorare il risultato. Lo ha mantenuto con la Lazio (Essien in campo già sul 3-1), Parma (parziale di 2-2 in seguito agli ingressi di Zapata e Rami) e Cesena (nella ripresa l’1-1 non è cambiato); peggiorato con la Juventus quando Bonaventura (ottimo impatto) va in campo al 66′ sullo 0-0 e i successivi 300 secondi bastano a Tevez per segnare la vittoria. Solo con l’Empoli è stato possibile recuperare, pareggiando e basta.
Non si può dire che Inzaghi non ci abbia provato, ma si deve ammettere che troppo spesso le sostituzioni sono state tardive. SuperPippo ha elogiato a più riprese l’atteggiamento positivo di chi è subentrato, il loro significato però rimane meno benefico del previsto. Se il successo manca da 20 giorni, la difesa non è l’unica colpevole. Stasera il Chievo potrà confermare o smentire il dato di fatto. Normale per chi è in profonda fase di ricostruzione.