Finalmente è arrivato il momento di chiedere scusa. Lo faccio con tutto il cuore e con il capo cosparso di cenere. C’e’ chi in questi momenti sparisce nel nulla, con la speranza che le proprie accuse vengano dimenticate. Io non sono fatto cosi’ e di certo non mi nascondo. Vorrei averlo di fronte per potergli dire da uomo ad uomo :“Mr Honda, chiedo venia. Da oggi sarà il mio Samurai rossonero”.Accolto con ottimismo avendolo goduto nelle visioni notturne di chi ama spiare i campionati esteri, mi ero convinto di aver sbagliato totalmente previsione. Le partite anonime e la velocità di un’anziana che si reca alla posta per ritirare la pensione, il giapponese era diventato per me “l’handicap” concesso agli avversari che il mio Milan non si poteva permetter. E con quel sarcasmo che a volte è più cattivo dell’aspra critica, mi dilettavo nel commentare la sua “velocità” lanciando tweet che ad oggi non farebbero più ridere cosi’ tanto. Dato che la mia “non evoluzione” non è certo figlia di ignoranza e presunzione, eccomi qui a condividere la mia grande gioia per essermi sbagliato…anzi, totalmente sbagliato.
Il giapponese sta dimostrando quanto il silenzio e la dedizione al lavoro possano pagare. Mai una parola fuori posto; mai una protesta in campo; mai una reazione ad una sostituzione che superasse un “ma perché?”, Honda riesce a compiere le due fasi senza neppure dare l’impressione di faticare molto. La prima rete nella partita col Verona ne è la prova provata. Intervenuto a sostegno di Abate con un raddoppio che ha costretto il Verona a perdere palla, dopo pochi secondi lo si è ritrovato nel punto giusto nel momento giusto. La visione di gioco del Faraone ha facilitato la giocata ma il giapponese rossonero ha avuto il merito di tagliare il campo come un Samurai fa con la sua Katana. Complimenti. Il Milan di Pippo Inzaghi sta crescendo di partita in partita e il rimpianto per i punti persi nelle agevoli, almeno sulla carta, trasferte post Juventus, si fanno sentire come una volta si facevano sentire i punti che spostavano gli equilibri di un campionato.
Squadra corta e aggressiva, nonostante la poca qualità a centrocampo, il Milan ha come missione quella di comandare il gioco. Mi chiedo solo cosa potrebbe succedere se a questo entusiasmo coinvolgente, la società riuscisse ad aggiungere un po’ di qualità. Questo Milan lo merita come lo merita il suo allenatore. Dichiarare competitiva questa squadra potrebbe risultare eccessivo. Ma la crescita è innegabile come lo è la passione dell’allenatore rossonero sprizzante di sangue dai due colori. “Rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari!”. Non sono impazzito ne tantomeno salito a convenienza su nessun carro, primo perché Pippo gode di mille wild card ai miei occhi e secondo poichè il Milan ha un solo carro, quello di chi lo ama con tutto il cuore, anche quando lo critica.Forza Milan e Arigatò a tutti !
Alessandro Jacobone Milanisti Non Evoluti @nonevoluto