“Bryan se ne è andato su sua espressa volontà perché pensava che qui non avrebbe avuto lo spazio sufficiente e la giusta considerazione”. Lo avevamo salutato così, con poche parole e tanto rammarico. Bryan Cristante ceduto per sei milioni al Benfica, stessi soldi coi quali poi Galliani è andato a Bergamo a prendere Bonaventura. Prima del giudizio del campo, sembrava una mossa illogica: come può il Milan disfarsi di uno dei giovani più promettenti? Invece può. Il campo, ancora una volta, sta dando ragione a Galliani.
Il bottino di Cristante con la maglia del Benfica fino ad esso ammonta a 63 minuti giocati: diciassette subito, all’esordio in campionato contro il Victoria Setubal ad inizio settembre, poi altri 46 in Champions League contro il Bayer Leverkusen. “Il Benfica fa l’Europa, il Milan no”, aveva detto. Un dato di fatto, verissimo, ma che poteva pur sempre risparmiarsi. Così il rimpianto dei tifosi rossoneri si sta lentamente trasformando nel classico emarginato italiano all’estero, partito alla ricerca di fortuna e deluso dalla vita quotidiana. Lisbona per il giovane cresciuto a Milanello doveva essere la consacrazione, lo spazio dove poter giocare con continuità. Invece, proprio come accadeva con la maglia del Milan, Cristante è relegato in panchina ad aspettare il suo turno. Un turno che sembra non arrivare mai.
Cristante sicuramente si farà, ma per adesso non riesce a trovare spazio. Siamo solo all’inizio della stagione, il Benfica avrà un’annata molto più lunga rispetto a quella del Milan e quindi ci sarà spazio anche per l’ex 24 rossonero. Per adesso, però, il rimpianto dei tifosi è rimasto solo sulla carta.