Davvero interessante l’inchiesta portata avanti da La Gazzetta dello Sport – Milano & Lombardia e pubblicata stamane sul quotidiano rosa: i colleghi milanesi, infatti, hanno intervistato i responsabili organizzativi delle Giovanili di Milan ed Inter per scoprire tutti i segreti su come due grandi club curano i giovani del proprio vivaio, all’interno, e, soprattutto, fuori dal campo. Un vero e proprio codice di condotta per giocatori e staff, ma anche un manuale specifico per allenatori, collaboratori e dirigenti accompagnatori. Un decalogo, insomma, che viene firmato da tutti, giovani calciatori, staff e genitori, per prendersi l’impegno di comportarsi nella maniera più giusta per far crescere bene i campioni del domani.
La Rosea ha intervistato, dunque, Antonella Costa, responsabile organizzativo della cantera rossonera: “Il pensiero più pressante è legato alla condotta scolastica: abbiamo un file dove analizziamo le pagelle di tutti, i genitori sanno che influenzano il nostro giudizio. Abbiamo scritto al presidente Tavecchio chiedendo che anche la FIGC si attivi sul rispetto della scuola, visto che spesso i ragazzi in Nazionale si trovano a saltare intere settimane: serve avere un tutor al seguito. Incrocio le dita che succeda qualcosa, visto che quest’anno, dopo tre tentativi, finalmente ci hanno risposto…”
I problemi sembrerebbero poter aumentare quando i Primavera compiono 18 anni: “In realtà molti di loro vivono in convitto, dove c’è un regime piuttosto rigido. Ma ovviamente hanno un orario di rientro massimo, il divieto di bere e l’obbligo di mangiare in maniera sana. Stiamo lavorando molto sull’alimentazione con una nutrizionista che ha contatti anche con le famiglie: l’obiettivo è crescere i giovani con lo sport e con tutto ciò che gli ruota attorno“.