A Verona tre passi nel delirio: l’esaltazione del Milan è firmata dalla freddezza di Honda, dalla puntualità di Abbiati e dalla leadership di Alex. Una delle note più liete del Bentegodi riguarda, infatti, la compattezza del pacchetto difensivo: Alex e Rami hanno finalmente alzato l’asticella dell’affidabilità del reparto, blindando così la difesa milanista. Alex ha giganteggiato davanti ad Abbiati: con la sua fisicità, la sua abilità nel gioco aereo e la sua capacità di guidare il reparto.
Esperienza, leadership, maestosità: Alex assicura tanta sostanza con le sue chiusure difensive, sia di testa che di piede, ma anche qualità nell’impostazione della manovra. Decisivo nel “pulire” costantemente l’area da palle danzanti nella troposfera. Dopo Thiago Silva, riecco un brasiliano a guidare la difesa rossonera, per il 32enne ex Psg i margini per affermarsi nel Milan di Pippo Inzgahi ci sono tutti: carisma, rocciosità, concretezza, pochi fronzoli, tutti ingredienti idonei a ridurre al minimo le incertezze di un reparto che negli ultimi anni è stato spesso teatro di disattenzioni, per non dire farneticazioni.
Arrivato a parametro zero, in accoppiata con Jeremy Menez, dopo un blitz a cena tra Adriano Galliani (coadiuvato da Pippo Inzaghi) e Kia Joorabchian, nella suggestiva cornice dell’Hotel Principe di Savoia, Alex Rodrigo Dias Da Costa, dopo un precampionato non certo esaltante, si è accomodato in cabina di regia al centro della difesa. A Milanello studia, fatica e suda: apprestandosi a consacrarsi nella patria dei difensori.