In occasione del secondo turno infrasettimanale della stagione, valido per la nona giornata di Serie A, il Milan fa tappa al Sant’Elia di Cagliari. I padroni di casa, allenati da Zdenek Zeman, sono reduci da un roboante successo esterno ai danni dell’Empoli e al momento occupano la dodicesima posizione della classifica. Già, dopo un inizio di campionato travagliato, gli isolani sono riusciti a uscire dalla zona bollente della graduatoria e possono essere considerati un avversario scorbutico e imprevedibile. Ciò nonostante, l’ostacolo Cagliari è alla portata dei rossoneri.
Punto di forza: il gioco d’attacco.
Il Cagliari, come tutte le squadre di Zeman, fa della fase offensiva la propria arma migliore. Gli isolani possono contare su un attacco ben assortito che, malgrado si esprima al meglio in un 4-3-1-2, può far bene anche nel 4-3-3 predicato dal tecnico boemo. Le punte, Cossu, Sau e Ibarbo, per caratteristiche, si completano. Cossu dispone di rapidità, senso del gioco e qualità tecniche, mentre Sau brilla per fiuto del gol, doti balistiche e incisività sotto porta e Ibarbo è bravo a farsi valere sotto l’aspetto fisico, a tenere palla, a fare salire la squadra e a creare spazi per i compagni. Ma non finisce qui. Tutti gli isolani partecipano con assiduità e puntualità alla fase offensiva: i terzini si proiettano in avanti a più non posso, sovrapponendosi in maniera costante e subordinando la fase di copertura a quella di spinta, mentre gli interni di centrocampo non rimangono quasi mai bloccati a presidiare la zona di competenza ed effettuano frequenti inserimenti. Che dire, assisteremo a un Cagliari a trazione anteriore, determinato a fare la partita e a imporre i propri ritmi e la filosofia di gioco zemaniana.
Punto debole: la fase difensiva.
Quando abbasserà il ritmo e inizierà a sbilanciarsi, il Cagliari rischierà di essere trafitto in contropiede con estrema facilità. Con i difensori esterni in costante proiezione offensiva e con gli interni di centrocampo sempre pronti a inserirsi, sacrificando in questo modo la fase di interdizione e di non possesso, le strategie difensive vengono applicate in maniera del tutto approssimativa, superficiale e lacunosa. Ecco allora che gli isolani, quando termineranno la benzina, rischieranno il tracollo. Il centrocampo rischierà di non fare più il minimo filtro e di non proteggere una difesa sempre molto alta ma tutt’altro che impeccabile, caratterizzata da laterali abbastanza bravi a spingere ma deboli quando puntati e da centrali spesso esposti ad azioni di contropiede, non abbastanza veloci per reggere il 4-3-3 proposto da Zeman, superabili e non sempre abili a comprendere con esattezza lo sviluppo delle azioni. Insomma, se dovessimo chiuderci e ripartire, sul lungo andare, il Cagliari potrebbe crollare.
Giocatore chiave: Andrea Cossu.
Dotato di senso del gioco, fosforo, qualità tecniche, rapidità e propensione al dribbling, Cossu è l’unico in grado di dettare gli equilibri e di prendere in mano le redini della squadra, magari trovando un compromesso tattico con le idee spesso troppo offensive proposte da Zeman. Inoltre, con giocate intelligenti e conclusioni dalla distanza, Cossu potrebbe tenere a galla il Cagliari anche in caso di calo fisico generale. Carisma e cervello. Asso nella manica.