Sono arrivati entrambi dall’estero a parametro zero per rinforzare e dare una mano importante alle retroguardie delle due squadre milanesi. Entrambi hanno vinto tutto nella loro militanza in importanti club oltre confine, ma entrambi hanno superato la soglia dei 30 e sono nella fase discendente della loro carriera. Stiamo parlando del serbo Vidic, che dopo una vita passata a fare coppia con Rio Ferdinand nel Manchester United è passato all’Inter, e del brasiliano Alex, passato al Milan dopo aver fatto incetta di trofei con le maglie di Chelsea e Paris Saint Germain.
Il primo sta per compiere 33 anni, mentre il milanista ne ha fatti 32 in estate. Entrambi gli acquisti sono stati perfezionati prima della fine della scorsa stagione e, in quel momento, era opinione diffusa che l’affare l’avesse fatto la sponda nerazzurra del Naviglio, mentre a Galliani si imputava il fatto di voler continuare a pagare stipendi d’oro ad ultratrentenni. Il precampionato estivo aveva accentuato questa differenza di opinioni sui due difensori, continuando a far crescere l’interesse e la curiosità attorno al plurimedagliato ex United e lo scetticismo verso il “pesante” centrale brasiliano. Bene nelle amichevoli il primo, malissimo il secondo.
Inizia il campionato, però, e le prestazioni in campo si capovolgono. Pronti, via: il Milan batte con autorità la Lazio e Alex, a parte la sfortunata autorete, guida con sicurezza la retroguardia rossonera. Vidic invece procura un rigore (dubbio) su Quagliarella e si fa espellere ingenuamente nel finale. Un inizio che è la perfetta sintesi del proseguio della stagione fino ad ora. Il serbo gioca cinque delle sei partite fin qui disputate della sua squadra e convince solo nella vittoria interna contro l’Atalanta. Per il resto, detto dell’esordio contro il Torino, regala a Vazquez (con un retropassaggio scellerato ad Handanovic) la palla del vantaggio del Palermo, è il peggiore in campo nella disfatta interista contro il Cagliari e naufraga insieme a tutta la squadra nell’imbarcata di Firenze.
Un inizio traumatico, insomma, per il granitico centrale slavo. Tutto il contrario di Alex. Dopo la Lazio, il brasiliano si fa male a Parma e non assiste al terzo ed al quarto gol subito dalla squadra. Non gioca contro Juve ed Empoli e rientra nell’ultimo scorcio di match a Cesena. Poi gioca contro il Chievo e con lui in campo, magicamente il Milan non prende più gol. Senza dubbio ormai Alex sembra essere l’unico punto fermo della terza linea di Inzaghi e, da leader carismatico, sembra dare tranquillità e certezze ad un intero reparto.