Uno dei famosi colpi a parametro zero si sta piano piano confermando come uno dei migliori in questo primo scorcio di stagione. Uno che preferisce il lavoro alle chiacchiere e che soffre poco e niente le pressioni: di mestiere fa il difensore, di nome Domingos Alexandre Rodrigo Dias da Costa, meglio conosciuto come Alex.
Il gigante brasiliano ha dimostrato, nelle tre partite giocate da titolare (più gli ultimi 15’ da subentrato in Cesena-Milan), di essere quel pilastro difensivo che tanto è mancato ai rossoneri la scorsa stagione. Dopo un precampionato caratterizzato dal raggiungimento di una buona condizione fisica che ne ha condizionato il rendimento, ha spazzato via le perplessità sin dalla prima gara ufficiale contro la Lazio. Dopo un problema agli adduttori, è tornato dal primo minuto nell’ultima gara di campionato contro il Chievo Verona; la squadra di Inzaghi ha sofferto a tratti, soprattutto nel secondo tempo, mettendo nuovamente in evidenza alcune lacune del reparto arretrato. Alex ha tuttavia mostrato grande sicurezza ed un buon controllo della sua zona di competenza; certo, per migliorare l’intera fase difensiva occorre che tutti i suoi compagni siano concentrati e più attenti a non commettere errori.
Chiariamoci, non possiamo aspettarci miracoli dal solo Alex, ma di sicuro il brasiliano garantisce esperienza e centimetri, soprattutto su quelle maledette palle alte che, spesso e volentieri, creano più di un grattacapo alla difesa milanista. Mister Inzaghi è stato chiaro: “Se Alex sta bene, gioca”. Parole che sanno di investitura, parole importanti dal nuovo allenatore che vuole trovare un giusto equilibrio per la sua squadra: partendo da Alex, il leader silenzioso.
This post was last modified on 8 Ottobre 2014 - 09:40