Nella prima di Serie A contro la Lazio si è potuta osservare una variante nuova del Milan: velocità e passaggi ficcanti per un Diavolo contropiedista e votato alla verticalizzazione. Inzaghi in conferenza non la conferma come identità unica del suo Milan, ma fa capire che se il materiale umano è questo poco si potrà fare altrimenti. Tuttavia come ben potranno sottolineare gli amanti della tattica pallonara, mai s’è vista una squadra devota al contropiede senza una difesa che sappia distruggere il gioco avversario e regalare il pallone ai centrocampisti con qualità. Noi di piedi buoni ne abbiamo visti pochi in questi anni là dietro, ma domenica la grinta e la lucidità ci hanno permesso di apprezzare anche il reparto difensivo.
Il più atteso e più osservato (visto il non eccellente precampionato disputato) era senza dubbio Alex. Il neo-acquisto brasiliano, arrivato dal PSG già a giugno, ha comunque disputato una partita discreta fatta di continua concentrazione e gioco aereo quasi sempre impeccabile. Intelligente nel lavorare sui suoi errori visti nelle amichevoli, e forse anche per questo apparso poco sciolto ma comunque in controllo. Klose non ha dato particolari affanni e i cross di Candreva e Keita per lui sono stati molto più facili da contrastare col tedesco in campo che dal momento in cui è entrato il serbo Đorđević. Unico neo l’involontario autogol.
Ma ancor meglio di Alex è apparso in campo un redivivo Cristian Zapata. Il colombiano dopo un buon mondiale sembrava destinato a cambiare lido: via Mexes o Zapata? Era la domanda che si poneva la società poco tempo fa. In molti pensavano al colombiano come partente per il fatto che su di lui ci poteva essere qualche offerta concreta. Invece non se n’è fatto nulla e quasi a sorpresa Inzaghi ha deciso di farlo partire titolare alla prima di campionato: mister ripagato. Partita di sostanza del centrale: deciso negli interventi, pulito nell’uscita palla al piede e concentrato nel tenere la posizione giusta. Quando la difesa passa a cinque fa l’interno a sinistra andando a chiudere Candreva come fino a quel momento Bonera non era riuscito a fare.
Ti aspetti un grande Alex, ma spunta un grandissimo Zapata, insomma. Il suo lavoro sottotraccia è stato poco esaltato dai media ma si capisce come il ragazzo abbia voglia e qualità per (quantomeno) giocarsi la titolarità nel ruolo con Rami e Alex. Caratteristica che lo avvantaggia sugli altri due è la capacità tecnica: certo Rami e Alex hanno doti fisiche non indifferenti, ma nessuno dei due ha i piedi abbastanza raffinati per un difensore come invece ha Zapata; e tutto d’un tratto, per il gioco veloce che Inzaghi vuole imprimere al suo Milan, uno come Zapata potrebbe diventare indispensabile.