Tevez: “E’ il Milan sotto pressione, vediamo di che pasta sono fatti. Noi siamo in alto da 3 anni, loro?”

Queste le dichiarazioni rilasciate da Carlos Tevez, uno degli uomini più attesi della sfida di stasera a San Siro (ore 20.45), intervistato stamane da La Gazzetta dello Sport.

Il suo Milan-Juventus: “Una grande partita, in uno stadio leggendario. Bello giocarla, e possibilmente vincerla: vedo una squadra vera, compatta. Tutti remano nella stessa direzione. Più completa. Abbiamo iniziato senza Pirlo, Vidal, Barzagli e Chiellini, eppure nessuno se ne è accorto grazie a una rosa piena di alternative. Non c’è Pirlo? Ecco Marchisio. Manca Vidal? Pereyra non fallisce…“.

Sul Diavolo: “Vediamo di che pasta sono fatti. Sono curioso anch’io di scoprire come reagiranno sotto pressione. Già, perché credo che tocchi a loro dimostrare qualcosa. Noi siamo lassù da tre anni, è il Milan che deve fare la partita, cercare di vincere e dimostrare di poterci stare in alto. Si gioca a San Siro, e un club così prestigioso non può nascondersi davanti alla propria gente, in uno stadio che fa parte della storia del calcio mondiale. Sì, mi aspetto una bella partita. E vincendo, la Juve darebbe un segnale forte, anche se alla terza giornata è ridicolo parlare di punti decisivi.  Il Milan è attrezzato per fare molto bene. E la sua storia lo obbliga a puntare allo scudetto. E poi occhio all’Inter, altra grandissima del calcio italiano. Mi è piaciuto molto il loro mercato, è arrivata gente forte, solida, di esperienza: attenti ai vari Vidic, Medel e Osvaldo. Senza dimenticare Mazzarri, un tecnico che sa preparare benissimo le partite, un vero lavoratore. Insomma, per me l’Inter è fortissima“.

Su El Shaarawy: “Mi piace El Shaarawy, ha qualità eccezionali e credo sia arrivato per lui il momento di caricarsi il Milan sulle spalle. Ha i mezzi per farlo“.

Su Allegri: “Persona tranquilla, intelligente, un tecnico che sa molto di calcio. Ha subito conquistato il rispetto e la stima dello spogliatoio“. Capitolo Conte: “Me lo sentivo. A maggio, al momento dei saluti dopo il terzo scudetto di fila, nei suoi occhi avevo già letto tutto. Una sensazione ancora più forte nei primi allenamenti di luglio. Conte è un fenomeno, ha bisogno di forti motivazioni per esprimere il meglio, e alla Juve aveva già dato tutto se stesso“. E la Nazionale? “Io ho sempre fatto parlare il campo. Non mi sono mai proposto né ho rivendicato diritti, perché credo che il campo sia il giudice unico, inappellabile. Continuerò a dare tutto me stesso gara dopo gara per meritarmi la nazionale. Con Messi, la stampa si è spesso divertita a metterci contro, in realtà non ci sono mai stati problemi, ve lo posso garantire. Io e Leo non abbiamo mai litigato“.

Infine, sulla Champions: “La Champions per i nostri tifosi è un’ossessione, l’anno scorso questa pressione l’abbiamo avvertita forte in campo. E in un certo senso l’abbiamo pure pagata. Non è stato facile nemmeno il primo tempo con il Malmoe: non riuscivamo a segnare, e intorno avvertivamo timore. Invito i nostri tifosi a non sottovalutare un altro scudetto, sarebbe un’impresa eccezionale. Contro di noi, tutti scendono in campo come se si stessero giocando la finale di un Mondiale, e la cosa mi stimola tantissimo: mi piace respingere ogni assalto“.

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