Le premesse sono state squisite, adesso, al secondo anno di Milan, Andrea Poli è chiamato a confermare e progredire le basi fissate nella scorsa stagione, difficilissima a livello di squadra ma brillante per se stesso: una delle sorprese più belle, per rendimento e soprattutto disponibilità (con Seedorf è finito quasi a fare l’attaccante). Prezioso per Allegri, sicurezza per Inzaghi.
E adesso la tanto attesa e meritata Nazionale. Poli non andava in azzurro da quasi un anno: amichevole a Londra il 18 novembre 2013, Italia-Nigeria 2-2, con Prandelli ha sfiorato la Confederations Cup (pre-convocato ma escluso dalla selezione definitiva) ed è rimasto senza Mondiale in Brasile. Antonio Conte, invece, lo ha subito voluto per i primi impegni del nuovo corso, un gesto se vogliamo normale per le caratteristiche sottovalutate di Andrea. In panchina con l’Olanda, forse in campo, almeno per uno spezzone, domani contro la Norvegia, gara valida per le qualificazioni agli Europei 2016. Mediano di corsa e sostanza, dai piedi sufficienti e con polmoni generosi, inserimenti moderni e grande carisma. Per il Milan è stato un investimento serio, riscattato lo scorso giugno dalla Sampdoria e costato “solo” 5.5 milioni: un buon affare.
“Sarà un Milan tosto e di sacrificio“. Le parole di Poli, prima dell’esordio in campionato, rappresentano l’essenza del progetto di Inzaghi: uomo prima, calciatore poi, rispetto, regole ed attaccamento alla maglia. Milan e Nazionale, stessi Poli.
This post was last modified on 9 Settembre 2014 - 01:17