Menez: “Al PSG gioca solo chi è straniero, chi costa tanto e chi posta belle foto sui social, qui il posto si ottiene lavorando duro”

Lunga ed interessante intervista rilasciata da Jeremy Menez ai microfoni di France Football. Il nuovo idolo della Curva rossonera ha tirato più di una stilettata al suo ex club, il Paris Saint-Germain: “La concorrenza non mi fa paura, ma deve essere sana. Invece oggi è meglio essere stranieri per giocare nel Psg. E soprattutto curare la comunicazione. L’esempio è Lucas: è lì da due anni, ha segnato meno di me, ma è costato più caro ed è brasiliano. Io invece sono francese e parigino, non ho né un account Twitter né Instagram per postare belle foto o messaggi. Non faccio il bello sui social network. Questo però non significava che non amassi il Psg, semplicemente non fingo. Mentre ormai molti giocatori agiscono diversamente“.

L’ex Roma non le manda a dire nei confronti di Laurent Blanc: “Blanc mi usava come ai tempi della nazionale sui lati. La polivalenza può essere un vantaggio all’inizio, ma ad un certo punto bisogna scegliere un ruolo per migliorare e farsi rispettare. E poi nel 4-3-3 avevo davanti Ibrahimovic, irrinunciabile per un allenatore, ma anche intoccabile“.

Al Milan, invece, c’è un’aria decisamente diversa: “Anche al Milan c’è molta concorrenza con Torres, El Shaarawy, Pazzini, Honda, Niang, ma qui il posto si guadagna lavorando duro. Ancelotti capì tutto e mi diede molta libertà. Con lui giocavo sui lati solo quando non c’erano alternative. Il mio vero ruolo è da punta centrale o dietro l’attaccante. E’ in quella posizione che mi sento e mi esprimo meglio. E anche se non sembra, a me piace correre. Inzaghi è stato un grande attaccante e mi ha fatto capire che mi voleva davvero, come tutti al club. Ibrahimovic e Thiago Silva mi avevano parlato sempre bene del Milan e adesso li capisco”.

A dire il vero, Menez poteva tingersi addirittura di bianconero: “Quando lasciai la Roma fui ad un passo dalla Juventus. Parlai con Conte varie volte al telefono, ma il mio cuore mi ha spinto verso la mia città e il mio club. Era un sogno di bambino vestire la maglia del Psg. E con il Psg ho vinto due scudetti. Ne sono fiero“.

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