Domani si festeggiano i primi 3 mesi di Inzaghi allenatore del Milan, 83 giorni avanzano per parlare di squadra nuova ma soprattutto migliore rispetto a quella dell’anno scorso. Siamo solo all’inizio, nessuna illusione né grandi sogni, profilo basso e voglia di sorprendere. Ecco le 5 missioni da raggiungere per SuperPippo, secondo l’approfondimento de La Gazzetta dello Sport.
Il primo punto è l’orgoglio rossonero, da rifar luccicare dopo anni di ombre. L’addio in blocco dei senatori ha quasi fatto scomparire valori e DNA dei tempi vincenti, Inzaghi ha messo in primo piano questo aspetto e le prime risposte, a lavori ancora in corso, sono positive. Il secondo aspetto sottolinea il principale obiettivo di stagione, almeno per il momento: riconquistare la propria gente. I milanisti pretendono rispetto e dimostrazioni di attaccamento alla maglia, prima delle vittorie: percorso possibile grazie a sacrificio e bel gioco. La risposta all’esordio con la Lazio, in questo senso, è stata superiore alle attese. Il terzo focus è San Siro: da recente terra di conquista deve tornare ad essere l’arma in più, la casa dei successi. E ancora, il progetto tecnico. Al di là del modulo, il 4-3-3 è e rimane la base ma il mercato suggerisce più soluzioni, è fondamentale costruire una filosofia ben precisa: Milan padrone del campo, offensivo ed esemplare. L’identità di Inzaghi è lo stesso marchio di fabbrica da sempre ribadito dal presidente Silvio Berlusconi.
Infine, la Coppa Italia. Da sempre più sofferta che apprezzata come risorsa, per il 2014/2015 rappresenta l’unico “sfogo” extra-campionato: il cammino è e casalingo, vincerla garantirebbe l’accesso all’Europa e la disputa della finale di Supercoppa di Lega. La bacheca di via Aldo Rossi 8 ne sarebbe felice.