Ha chiesto aiuto ai tifosi, che non mancheranno di sostenerlo. Tanto questo entusiasmo, troppo per alcuni. Ma come fai a non sostenere uno come Pippo Inzaghi? Uno che, da giocatore, ha regalato alcune tra le gioie più belle dell’ultimo decennio e che, da allenatore, ha fatto sì che Milanello tornasse il regno della disciplina, del lavoro e, appunto, di un fondamentale entusiasmo.
Ci sarà El Shaarawy, preparato al meglio con un abbozzo di pretattica da uomo di calcio piuttosto navigato: gioca, non gioca, non ce la farà. Alla fine c’è e, ancora una volta, tutto ruoterà attorno a lui. E a Menez, fiore di Pippo che lo ha voluto, lo ha strappato ad Ibiza e lo ha caricato a pallettoni. Lui si sente rigenerato e la Milano rossonera già lo venera.
La costruzione dell’identità è solo all’inizio, i problemi non mancano e il pacchetto arretrato preoccupa non poco. Ma l’aria è frizzante, come il suo condottiero che sta provando a lavorare alacremente su due tavoli: mantenere alto il rendimento in campo e l’equilibrio in società. Il numero uno ha già accolto il suo monito, gli ad con lui hanno un rapporto invidiabile. Serviva questo. E, comunque vada stasera, è già un buon inizio.