La grande paura, la rinascita e il rischio di un clamoroso successo. Gli ormai evidenti quanto preoccupanti limiti di una difesa ancora tutta da registrare e la forza di un attacco reso ancora più stellare dall’innesto di un elemento sulla cui voglia di rinascita non era forse così sbagliato puntare.
Davvero difficile, dunque, fare una sintesi di ciò che è il Diavolo quest’anno. La partita del “Castellani”, in questo senso, rappresenta forse al meglio limiti e pregi di una squadra destinata a far divertire, ma anche, purtroppo, punita forse oltre misura dai suoi stessi limiti.
L’analisi delle partite di Torres e Bonera, in questo senso, sono davvero emblematiche. Il primo, ieri sera, ha aggiunto un ulteriore tocco di classe ad un reparto sempre più pericoloso e tecnicamente apprezzabilissimo. La freschezza di Bonaventura, la 10 finalmente ispirata in zona goal, la genialità di Menez. Il tutto supportato da un Abate mai così ispirato e in palla in tutta la sua carriera.
Il Diavolo, però, è anche quello del primo tempo. Schiavo delle sue amnesie difensive, incapace di arginare un avversario volenteroso, ma non irresistibile sulle palle inattive, in difficoltà quasi crescente di fronte ai movimenti di Tavano e dell’ottimo Pucciarelli. Prescindere da questo campanello d’allarme, stavolta, sarebbe un madornale errore. Sì, perché per tornare grandi, ma davvero grandi, bisogna anche sapersi difendere.
This post was last modified on 24 Settembre 2014 - 19:11