La tournée americana aveva messo in luce gli stessi problemi di sempre, dal Trofeo TIM fino alla Lazio invece sembra essere cambiato quasi tutto. Nel corso della difficile estate vissuta sul campo, Inzaghi ha rivoluzionato la difesa. In prestazione e atteggiamento, non negli uomini.
A piccoli ma costanti passi il Milan si è preoccupato intensamente di una zona di campo nevralgica: la base per vincere, una mossa in prospettiva. In America 10 reti subite in 270 minuti e un imbarazzo generale, poi da Reggio Emilia il cambio di rotta e un solo gol preso da Diego Lopez (da Alex…): reparto solido ed un numero normale di occasioni concesse. Questo, secondo l’analisi di stamane de La Gazzetta dello Sport, è figlio di prestazioni di squadra: linee più vicine, raddoppi, formazione corta ed attaccanti in pressione in fase di non possesso. L’applicazione pratica del principio “aiutare il compagno”. La sfida con la Lazio ha racchiuso questi concetti: Alex imperioso di testa, Zapata attento e veloce, Abate prudente ma dinamico, Bonera intelligente (non impeccabile), il sacrificio di El Shaarawy e Honda. E’ solo il primo esempio ufficiale, doverose nuove verifiche, già con il Parma, per confermare o meno i miglioramenti. E’ un progetto dai lavori in corso, aspettando De Sciglio e lasciando ai margini, per ora, Rami e Mexes.
Dopo Nesta e Thiago Silva è sembrato spesso un Milan indifendibile, forse qualcosa sta cambiando davvero. Il mercato è stato mirato in questo senso, le soluzioni non mancano: Abate-De Sciglio o De Sciglio-Armero per spingere, Bonera terzino in caso di temibili esterni avversari. In mezzo, Alex leader silenzioso e Zapata-Rami-Mexes a battagliare per un posto.