Dal due di picche di Zaccardo al Jack… Bonaventura. Può bastare il titolo, brillante e suggestivo, proposto stamane da La Gazzetta dello Sport per riassumere il mercato rossonero firmato il 1 settembre? Forse sì. Ma se per liquidare l’incredibile storia di Biabiany, rispedito a Parma dopo visite mediche e foto ufficiale con il Milan semplicemente grazie, si fa per dire, al rifiuto di Zaccardo (il no definitivo è arrivato ieri verso le 21), sul botto finale dell’Atalanta (conferme sulle cifre: arriva per 5 milioni di eruo più 2 di bonus legati ad obiettivi individuali e di squadra) si inizia già a ragione sul lungo periodo.
Bonaventura da piccolo era juventino, ma il popolo rossonero può stare tranquillo osservando i suoi numeri contro l’Inter: a San Siro, doppietta nel 2-1 dell’anno scorso e gol per il 4-3 finale nel 2012-2013. Trattato moltissimo dai nerazzurri, il giocatore appena 25enne affronterà una delle sue prede preferite il prossimo 23 novembre, con la maglia del Milan. E’ doveroso però mettere subito in evidenza diversi aspetti tattici legati al suo arrivo, qualcuno destinato al dibattito: Bonaventura agisce prevalentemente a sinistra, la stessa posizione di El Shaarawy, nel 4-3-3 non ha una collocazione ideale. Esterno ma perfettamente a suo agio anche in posizione più centrale, in questo senso gli calzerebbero meglio il 4-2-3-1 o il 4-4-2. Inzaghi ha sempre ribadito di essere pronto e disponibile a rivedere il modulo iniziale in base a giocatori ed avversari, ora lavoro e scelte saranno più difficili ma niente paura.
Bonaventura come Dondaoni (il primo colpo, dall’Atalanta al Milan, dell’era Berlusconi), il paragone della Rosea è ingombrante ma sensato: il primo ha meno talento del secondo, entrambi hanno corsa e visione di gioco, conclusioni ed assist da vendere. Ci sarà da divertirsi.
This post was last modified on 2 Settembre 2014 - 19:10