Allegri si gode Tevez, la Juve vince ancora a San Siro. Tante le chiavi di lettura dello 0-1, ma in primo piano non può che esserci l’Apache. Dal quasi scontato rossonero al sicuro bianconeri, si torna sempre lì. Ieri il suo gol decisivo ha messo in ginocchio il Diavolo nel momento giusto, è stato decisivo come nella scorsa stagione (quando finì 0-2).
Berlusconi (andato via prima del fischio finale a causa degli orari legati ai servizi sociali) dagli spalti ha potuto solo osservare, da esterno, il gesto tecnico. Per La Gazzetta dello Sport, invece, l’occasione per ricordare quello che poteva essere e non è stato nel gennaio 2012: c’era l’accordo con Tevez, compresa la foto sorridente insieme a Adriano galliani e l’agente Kia Joorabchian. Dall’Inghilterra il volo per Milano era prenotato, ma il presidente del Milan stoppò la cessione di Pato al PSG all’improvviso e di conseguenza eliminò la trattativa. L’estate successiva la Juventus lo strappò alla concorrenza, e arrivederci. Una storia d’amore finita prima ancora di iniziare, i colpi inflitti dall’Apache sono di quelli che si sentono e fanno malissimo. Tevez lo aveva detto: “Sono loro sotto pressione, non possono nascondersi e voglio vedere di che pasta sono fatti“. Provocazioni e sicurezze di un campione vero.
Una vittoria per una metamorfosi, il campo non è mai stato così sinonimo di mercato. Adesso però basta (brutti) ricordi, piangersi addosso non serve più a nulla: il Milan deve pensare a se stesso, a quello che non è andato e soprattutto a battere l’Empoli fra nemmeno due giorni.