Meno di un mese all’inizio di una nuova stagione, il mercato rossonero stenta a decollare: la società di via Aldo Rossi rimane ferma agli acquisti a parametro 0 diAgazzi, Menez e Alex e ai riscatti di Poli e Rami. In attesa di Armero e Diego Lopez, aspettando che possa finalmente arrivare a Milanello l’esterno offensivo tanto pubblicizzato, abbiamo contattato in esclusiva per SpazioMilan.it Alessandro Pavan, agente FIFA e collaboratore del responsabile talent scout del settore giovanile dell’A.C. Milan nel Triveneto.
Il mercato del Milan rimane attanagliato dalla scarsa liquidità e dalla necessità di cedere prima di acquistare. Come può il Milan sopperire a questa difficile situazione?
“Il problema delle liquidità attanaglia indistintamente quasi tutte le società di tutte le divisioni, ed il Milan è tra queste. Le possibilità sono varie, ma attualmente non tutte percorribili. La presidenza al momento non riesce ad investire cifre importanti, e non sembra disposta ad aprirsi nei confronti di investitori stranieri. Per cui, si aspetteranno i saldi di fine mercato o gli immancabili prestiti con diritto di riscatto per approntare una squadra competitiva. O ancora, dando fiducia a qualche valido elemento della Primavera“.
Sono puramente economiche le difficoltà che ostacolano la società rossonera?
“Credo di no. La gaffe sulle competenze tra il Dott. Galliani e Barbara Berlusconi ne è una prova. Silvio Berlusconi deve cercare di riprendere la regia delle operazioni, altrimenti la società potrebbe sbandare“.
Il club rossonero può sempre contare sulla storia, il blasone e la prestigiosissima etichetta di “club più titolato al mondo”…
“Il Milan è uno dei grandi simboli del calcio. Il suo blasone ha un fascino che pochi club al mondo possono permettersi. Chiaro è che se la società non è in grado di assecondare le richieste economiche del giocatore la situazione si fa estremamente complicata. Il blasone gioca a favore se il competitore è un club di minor appeal, ma a pari prestigio sono i soldi a far pendere la bilancia da una o dall’altra parte“.
Pippo Inzaghi è l’uomo giusto per restituire il Milan al pubblico di San Siro?
“Inzaghi è un grande conoscitore dell’ambiente, specialmente per quanto riguarda lo spogliatoio e la sua gestione. Se riesce a trasmettere il suo carisma alla squadra sicuramente essa scenderà in campo con un piglio diverso dalla passata stagione. Può essere un’operazione come quella vista con Seedorf, a basso costo. Però penso che in questo momento critico un allenatore competente e con esperienza poteva far recuperare certi equilibri. Ad esempio Spalletti, ma l’ingaggio è alto“.
Il progetto giovani è di difficile attuazione, il tifoso rossonero chiede giustamente chiarezza.
“Come in tutti i settori produttivi italiani, si investe davvero poco sulla formazione degli individui. Primi su tutti gli allenatori delle giovanili ed i preparatori. E chi ne risente per primi sono i ragazzi delle scuole calcio. Ogni allenatore ha delle idee diverse, moduli diversi. I ragazzi crescono e passano nelle mani di altri con mister che stravolgono ciò che avevano imparato fino a quel momento. Quindi, è giusto dare un senso di continuità lungo tutta la gavetta delle giovanili, perché il fine ultimo è raggiungere la prima squadra. In Spagna ad esempio tutte le squadre giovanili giocano sempre con lo stesso modulo. Detto questo, i giovani di prospettiva vanno subito sotto ai riflettori e vengono caricati di eccessive aspettative. Poco alla volta vanno integrati nel gruppo, facendo fare a loro esperienza, anche in società di minor categoria. Il potenziale delle giovanili è enorme, ma va dato loro il tempo ed il modo per esprimersi. Il progetto giovani intrapreso negli ultimi anni dal Milan, complici le esigenze di risultati, sembra essersi arenato troppo presto: la scelta-Essien, ad esempio, viene fatta in un’ottica di risparmio e di esperienza. Ma magari al giocatore sono mancati gli stimoli giusti che un giovane invece possiede“.
Eppure la valorizzazione dei giovani è un precetto fondamentale del presidente Silvio Berlusconi.
“Essi ricoprono ruoli attualmente deboli nella prima squadra. Mastour su tutti è il gioiellino di casa. In prospettiva è il classe ’98 più interessante in Italia. Certo è che non bisogna bruciare un talento così pressandolo troppo: panchina con la prima squadra, serate come ospite e sponsor importanti potrebbero destabilizzare un ragazzo di soli sedici anni. Se verrà gestito bene potrà essere un patrimonio per il Milan e per la Nazionale. Gli altri ragazzi si stanno disimpegnando egregiamente: i tempi di gioco di Modic, la grinta ed il cuore di Mastalli, i colpi dell’esterno Di Molfetta stanno entusiasmando Inzaghi e l’ambiente. Anche Cristante iniziò bene lo scorso anno, ma non venne più schierato. Un paio di questi elementi potrebbero rimanere con la prima squadra e crescere ulteriormente sotto l’ala protettiva dei senatori, e gli altri fare un anno in prestito per avere continuità“.
Lei è collaboratore del responsabile talent scout Milan nel Triveneto, per concludere: ci faccia il nome di qualche prospetto interessante.
“In quanto agente, io mi muovo anche oltre i confini nazionali. Di recente sono stato in Macedonia ad un raduno. Nikola Dimitrovski del 2003 mi ha particolarmente impressionato. Un piccolo Xavi per intenderci. Le sue qualità sono superiori a quelle dei coetanei che si trovano qui nel Triveneto. Speriamo che continui così. Nel mio territorio seguo in genere i più giovani, ed i tornei non mancano. Ad Abano gli esordienti hanno dato spettacolo, soprattutto Ajax, Atalanta ed Atletico Madrid. Di quest’ultimo, Nacho (2001) ha già il piglio del trequartista moderno, che legge le situazioni in anticipo. L’Atalanta è una squadra importante e con buone individualità. Per quanto riguarda gli italiani della zona, da segnalare ci sono Rizzato, ’95 del Vicenza (ala destra), Melchiori (1996) del Sudtirol (trequartista) e Battilana (2000, ala) della Liventinagorghense (ora passato all’Inter)“.
This post was last modified on 9 Agosto 2014 - 20:17