Tre anni fa, l’ultimo titolo rossonero: la Supercoppa Italiana

E’ sabato 6 agosto 2011. Il Milan Campione d’Italia affronta al Bird’s Nest di Pechino l’Inter, detentrice della Coppa Italia, nell’incontro valido per la finale di Supercoppa Italiana. La partita è sentitissima. I nerazzurri sono determinati a vendicare l’ultimo derby di Serie A, terminato con un sonoro tre a zero in favore degli uomini di Massimiliano Allegri, e aprire un nuovo ciclo alzando un trofeo ufficiale. Il Diavolo, dal canto suo, vuole stroncare sul nascere i sogni di gloria dei cugini e centrare quel double che rappresenterebbe la propria egemonia in Italia. La gara va in scena alle 20.00 locali, ore 14.00 italiane. Alla faccia dell’umidità e del caldo che contraddistinguono tutte le fasi dell’incontro, la capitale della Cina viene invasa da tifosi rossoneri e nerazzurri: è uno spettacolo nello spettacolo, è una partita nella partita, entrambe le squadre sono pronte a dare il massimo, si prospetta uno scontro senza esclusione di colpi.

Mister Allegri schiera il Milan con il consolidato 4-3-1-2 e si affida agli uomini che tre mesi prima gli avevano consentito di vincere lo Scudetto: Abbiati; Abate, Nesta, Thiago Silva, Zambrotta; Gattuso, Van Bommel, Seedorf; Boateng; Robinho, Ibrahimovic. Il tecnico nerazzurro Gasperini, dopo tanta pretattica e dopo aver millantato di sapere come aggiudicarsi la coppa, propone invece un 3-5-1-1 che rappresenta uno dei suoi più celebri marchi di fabbrica: Julio César; Ranocchia, Samuel, Chivu; Zanetti, Stankovic, Thiago Motta, Alvarez, Obi; Sneijder; Eto’o.

Da quanto emerge nelle prime battute di gara, Gasperini sembra avere avuto la giusta intuizione. L’Inter corre alla follia, pressa, fa una densità incredibile a centrocampo, copre al meglio tutti gli spazi, rompe gran parte delle trame rossonere, dà l’impressione di poter colpire in contropiede e di poter contare su repentini inserimenti tra le linee. Il Milan viene preso alla sprovvista. Gattuso e Van Bommel non riescono a imporsi, mentre Seedorf e Boateng faticano a entrare in partita. Eppure, al sesto minuto, sono proprio i rossoneri ad avere la prima occasione: una bella giocata di Ibra smarca Robinho che però, dinanzi a Julio César, conclude alto. Gol sbagliato, gol subito. A metà del primo tempo, l’Inter può usufruire di un calcio di punizione in prossimità della zona sinistra del limite dell’area: se ne incarica Sneijder. La traiettoria disegnata dall’olandese non è nulla di eccezionale, tanto che la conclusione è indirizzata sul palo più accessibile, ma Abbiati non è per nulla reattivo e non riesce a evitare che la palla si insacchi: i nerazzurri passano in vantaggio.

Il Milan prova a reagire, ma l’Inter si chiude bene: mancano idee, mancano sbocchi, mancano spiragli. L’unico in grado di incidere è Ibrahimovic che, a differenza dei compagni, è già in condizione e sta giocando con il furore di sempre. A cinque minuti dal termine del primo tempo, è proprio il mostro di Malmoe a illudere i tifosi rossoneri. Sugli sviluppi di un innocuo cross proveniente da sinistra, Zlatan anticipa i difensori nerazzurri e supera Julio César con un preciso colpo di testa. La palla, però, sbatte contro il palo. Altra occasione sprecata o l’inizio di una nuova partita?

Nella ripresa, il Milan appare più volitivo e inizia a creare occasioni. Con il trascorrere dei minuti, invece, l’Inter abbassa il ritmo e tende a schiacciarsi. Seedorf spaventa l’estremo difensore nerazzurro con due conclusioni dalla distanza, mentre Robinho inizia a salire in cattedra. Più il tempo passa, più il Milan guadagna metri. La mediana nerazzurra, che nel primo tempo sembrava insuperabile, inizia a scricchiolare e a non proteggere al meglio la difesa. Ecco allora che al 60′, in prossimità del limite dell’area, Robinho tiene palla in mezzo a due uomini ed effettua un lancio preciso in direzione di Seedorf, che anticipa Chivu e si presenta a tu per tu con Julio César, prima di servire a Ibrahimovic il più facile degli assist. Zlatan, in tuffo, non sbaglia e fa uno a uno.

E’ il pareggio della svolta. Sì, perché l’Inter scompare dal campo e il Milan si impossessa delle operazioni, alla ricerca dell’occasione giusta per andare in vantaggio. Occasione che non si fa attendere. Al 70′, un lancio di Abate libera Pato (entrato al 62′ al posto di Robinho), che brucia la difesa nerazzurra e colpisce a rete con un destro potente e preciso: Julio Cesar è superato, ma la palla sbatte sul palo. Sulla ribattuta, però, Kevin Prince Boateng brucia sul tempo Chivu e spinge la palla in rete: 2-1 Milan!

L’Inter tenta la reazione, Gasperini passa al 3-4-3 e inserisce forze fresche, ma il Milan gestisce la situazione con tranquillità e cognizione di causa. Gli scenari si sono ribaltati, ma il Superderby non è ancora finito ed è pronto a riservarci altre sorprese. Già, al quarto dei cinque minuti di recupero, Samuel Eto’o riesce a scardinare la retroguardia rossonera e a beffare Abbiati. Doccia gelida allo scadere. I giocatori dell’Inter stanno già esultando, mentre i rossoneri intravedono i fantasmi dei tempi supplementari, ma il guardalinee alza la bandierina: il gol viene annullato per evidente posizione di fuorigioco, si riprende con un calcio di punizione. Proprio dopo questo calcio di punizione, a cura di Christian Abbiati, l’architetto Rizzoli di Bologna emette il triplice fischio: il Milan, per la sesta volta nella storia, è Supercampione d’Italia!

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