Christian Pradelli è giornalista professionista e direttore di SpazioMilan.it dalla sua fondazione, l’8 marzo 2011. Collabora con La Gazzetta dello Sport, Il Giornale e Leggo. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter ed è opinionista per Milan Channel. È la voce ufficiale del Milan per TopCalcio24, canale del gruppo Mediapason (canale 114 del DTT).
C’erano una volta un meccanico e un muratore. Uno che, per venire al Milan, ha praticamente sborsato di tasca sua mezzo milione di euro e un altro che, se oggi fa il portiere di Serie A, lo deve a chi è diventato il suo idolo, Christian Abbiati, tanto era attento a seguire ed imitarne ogni movimento. In attesa di tempi migliori, di affari migliori, di sogni migliori, il Milan si “attacca” al sociale e Adil Rami e Michael Agazzi incarnano perfettamente questo tipo di spirito. Se poi aggiungiamo le nuove regole ferree di Pippo Inzaghi e il clima da villaggio vacanze affollato di Casa Milan in questi giorni, ecco che l’obiettivo è raggiunto: parlare di contorno per evitare la sostanza.
Qual è la sostanza? La presunta mancanza di quattrini, perché sempre presunta resta. E non tragga in inganno proprio l’affare Rami: il dirigente “volpone”, se coglie il margine, è giusto che ne approfitti fino alla fine senza curarsi di chi, un giorno sì e l’altro pure, si diverte a deridere il braccino corto di via Aldo Rossi. Sia chiaro: aver “tirato” sul prezzo del difensore ex Valencia non implica la mancanza di soldi per provarci col Cerci o l’Iturbe di turno. Fermo restando che quest’ultimo è a un passo dalla Juve e che, prima di spendere 16 milioni per il granata, chiunque di minimamente lungimirante ci farebbe un pensierino. È sempre interessante ricordare il prezzo del campione del mondo Kroos, passato dal Bayern al Real: 25 milioni. Qualcosa non va.
Ieri, intanto, nell’amichevole di Milanello tra rossoneri e gialli, la formazione con indosso la terza maglia ha schierato il centrocampo titolare dell’ultima Primavera di Pippo: Mastalli-Modic-Benedicic. Il legame tra giovani e prima squadra non è mai stato così saldo e lo dimostra anche quanto successo il giorno del raduno in sede: la calca dei tifosi per Mastour e Di Molfetta era seconda solo a quella di El Shaarawy. Che ieri, peraltro, ha fatto intravedere primi segnali importanti. Come Menez, folletto alla ricerca della sua consacrazione.
Insomma, per ora accontentiamoci di quello che passa il convento: molto “ambiente”, qualche sensazione pseudo-positiva, tanti piedi per terra. Già la Guinness Cup, il 24 c’è l’Olympiacos, fornirà qualche tassello in più sulla bontà del lavoro tecnico. Allora, da tre giorni, sarà rientrato anche Mario Balotelli. Che non vedrà sicuramente l’ora di alzarsi ogni mattina alle 7.45.
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This post was last modified on 14 Luglio 2014 - 11:54