Lunedì poco prima delle 15 l’ufficialità: la storia d’amore tra Kakà e il Milan è giunta al termine, per la seconda volta, quella definitiva. Il brasiliano, esercitando infatti il suo diritto previsto dalla clausola, ha risolto il contratto, il quale gli ha permesso di liberarsi a costo zero. Il club rossonero così si ritrova costretto a dire addio ad un’altra sua storica bandiera, ad un altro giocatore simbolo del grande Milan targato Ancelotti. Ma non solo: parte ormai l’unico vero leader presente nello spogliatoio milanista, l’ultimo calciatore capace nella passata stagione disastrosa di trascinare la squadra nei momenti di difficoltà e capace di diffondere al gruppo quei valori di forza, integrità e correttezza.
Chi prenderà ora il suo posto? La partenza di Riccardino ora offre l’onore, ma anche l’onere, ad altri calciatori di guidare le fila di un gruppo molto giovane ed inesperto, che ha tra i suoi gioielli giovinotti del calibro di Balotelli, De Sciglio ed El Shaarawy, tre idoli dei tifosi, ma ragazzi ancora troppo acerbi e incapaci di far sentire la loro voce tra i compagni. Già, perché non è da prendere in considerazione solo l’addio di Kakà, ma anche l’infortunio di Riccardo Montolivo, che lo terrà fuori dai campi di gioco per almeno altri quattro mesi. Insomma, Milan senza capitano e suo vice, ma non solo, apparentemente senza un vero uomo spogliatoio. Ma non è proprio così. Il quasi trentasettenne Christian Abbiati, il quale proprio lo scorso anno ha sottolineato quanto gli sarebbe piaciuto indossare quell’autorevole fascetta, è infatti pronto prendersi tale importante responsabilità. Il portierone numero 32 ha il carisma e il pedigree giusto per guidare il gruppo ad inizio stagione e potrebbe essere per lui, che con ogni probabilità partirà titolare nelle gerarchie di Filippo Inzaghi, l’occasione per consacrare ed onorare quindici anni di gloriosa carriera rossonera.
Ma non solo Abbiati. Anche Daniele Bonera, negli ultimi anni fedele “consigliere” di Adriano Galliani e uno dei pochi over 30 rimasti a Milanello, avrà il compito di temprare lo spirito della rosa milanista e di tenere alta l’attenzione e la concentrazione nel corso di una stagione mai importante e rivoluzionaria come (si spera debba essere) la prossima. E, così come l’estremo difensore di Abbiategrasso, avrà l’incombenza di supportare il loro ex compagno di successi, nonché nuovo tecnico rossonero, nei momenti più decisivi e delicati che incontrerà in questo suo inedito percorso. Importanti saranno anche le figure di Nigel De Jong e del neoarrivato Alex, i quali, nonostante una formazione calcistica lontana dallo stivale italiano, possiedono entrambi nelle loro corde quella grinta e l’esperienza adatta a condurre un gruppo giovane e fresco, ma nello stesso tempo inesperto e spensierato, allenato per giunta da un esordiente come Inzaghi.
E, a proposito di Super Pippo, sono in molti a pensare che sarà soprattutto lui il vero leader e trascinatore di questa squadra, come se non avesse mai abbandonato la divisa da calciatore. Lui sarà sicuramente capace di trasmettere ai suoi giocatori carattere e determinazione, insegnando, perché no, a vincere scudetti e Champions League a modo suo, da protagonisti.