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“Liberateci…”

Christian Pradelli è giornalista professionista e direttore di SpazioMilan.it dalla sua fondazione, l’8 marzo 2011. Collabora con La Gazzetta dello Sport, Il Giornale e Leggo. Conduce il varietà sportivo “Falla Girare” su Radio Reporter ed è opinionista per Milan Channel. È la voce ufficiale del Milan per TopCalcio24, canale del gruppo Mediapason (canale 114 del DTT).

Liberateci“. Una parola forte, per nulla forzata, forse ingenerosa se si pensa a ciò che è stato, ma per nulla campata in aria se parametrata agli ultimi tempi. I tifosi chiedono a questa dirigenza di essere liberati. Lo chiedono in tanti modi, anche dalla bacheca del nostro gruppo di Facebook SpazioMilan.it – Parliamone tra noi… dove la saggia consapevolezza di un nuovo mercato senza acuti, mentre in altri lidi i movimenti non mancano, porta sempre più rossoneri a una conclusione amara ma profondamente attuale. La tournée americana, che si sta svolgendo all’insegna di figuracce notturne d’altri tempi, è per ora la goccia che ha fatto traboccare il primo vaso stagionale. Tutto ciò nel contesto di un’ennesima sessione di compravendite in cui sembra di dover essere sempre schiavi della mancata partenza di qualcuno: ora è Robinho, ma non si contano i giocatori che, condizioni economiche al portafoglio, decidono di non lasciare Milanello. Chiamateli scemi.

Come se non bastasse ecco la grana della presidenza FIGC, con Adriano Galliani schierato dalla prima ora al fianco di Carlo Tavecchio. Un segno di vetusta continuità che ha i suoi bei riscontri anche tra i fan del Diavolo: con una scelta del genere per lo scranno più alto della federazione, non è difficile pensare che l’ad possa continuare a perdere punti anche di fronte ai tifosi rossoneri, stanchi della politica presidenziale avvallata da chi, messo in discussione circa otto mesi fa, ora sembra tornato più forte di prima. Tra i mercanti a parametro zero. L’immobilismo, ormai, non preoccupa più: nausea. Come inorridisce l’idea di poter trovarsi a breve in balìa ancora di procuratori, presidenti di squadre di metà classifica, personaggi senza etichetta che ruotano attorno al mondo del calcio e che, alla fine, spesso finiscono proprio per trovare campo aperto in via Aldo Rossi, come è stato per una vita in via Turati.

E non basterà un’altra Casa Milan o un altro aggrega popoli come Pippo Inzaghi in panchina: le “mosse” per tenere a bada i tifosi sono già state tutte sfruttate. Bene o male sarà il tempo a dirlo. Ma ci rende tristi vedere un Pippo così sconsolato dopo il quarto gol in 26′ contro il Manchester City: la sua forza, il suo entusiasmo, le sue idee non bastano ancora per dare la svolta decisiva a un gruppo che, oggettivamente, è uno dei più deboli della storia rossonera. Il più debole dell’era Berlusconi. Per questo motivo, forse, passare una giornata in Valle Camonica, nel ritiro di Primavera e Berretti, è parsa una vera boccata d’ossigeno. Lì, in germe, viene ancora insegnato (e un po’ già si respira) il vecchio stile Milan. Un qualcosa che ai piani alti sembra essersi smarrito: per anzianità, malavoglia, stanchezza a noi non è dato saperlo. Ma se anche una sola di queste motivazioni dovesse prendere il sopravvento, allora… Liberateci“.

Twitter: @Chrisbad87

This post was last modified on 29 Luglio 2014 - 10:10