Inzaghi, 3 vantaggi ed un modello. Ecco perché crederci seriamente

Inzaghi sorprende per la sua metamorfosi. Da giocatore pensava solo a se stesso, al gol, da allenatore dedica anima e cuore al gruppo. Nessuno avrebbe pensato potesse mai passare dal campo alla panchina.

E’ questo il senso dell’approfondimento tracciato stamane da La Gazzetta dello Sport. Ecco i 3 motivi per crederci. Primo, ambiente “amico”: non esistono segreti, conosce ogni angolo rossonero. Soprattutto, non divide. Seguirà  il modello tecnico e umano di Ancelotti: nessuna dittatura, sceglierà sempre il dialogo. La squadra prima tutto, meglio se tanto italiana. Secondo, gestione della rosa: ordine e rigore di uno spogliatoio li ha vissuti dal vivo e sono rimasti perfettamente nella testa. E poi se qualcuno non prenderà bene una scelta o sostituzione, SuperPippo non dovrà fare altro che ricordarsi quello che è stato proprio con Carletto: diverse esclusioni non condivise, fin troppi ingressi a gara in corso. Ma decisivi, studiati ai raggi x: al 20′ della ripresa andava a scaldarsi anche senza permesso, un fenomeno. Terzo, valore della maglia: si chiama senso di appartenenza, Pippo trasmette emozioni. E’ un idolo dei tifosi, è chiamato a gestire una generazione opposta alla sua.

La Germania come riferimento, i plasmon e la bresaola nel menù giornaliero. No, forse in questo senso Inzaghi non riuscirà nell’impresa. Ieri ha espressamente chiesto di cenare a Milanello e non a Casa Milan, oggi dirigerà il primo allenamento. E’ iniziata una nuova era.

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