Lino Dimitri è giornalista pubblicista dal 2012. Redattore di SpazioMilan.it dal settembre 2011: è sua la firma nell’editoriale del sabato. Lavora nella redazione di LecceNews24.it occupandosi di cronaca, politica, eventi e sport. In passato ha collaborato con Bordocampo.net e Sportmain.it.
Il nuovo Milan riparte da Pippo Inzaghi e riparte soprattutto dalle sue idee, dalle sue convinzioni, da quelle che saranno i suoi credo nella stagione che è alle porte. Un Milan giovane, voglioso, che metta tutto sul campo e, quanto più possibile, italiano. Da qui parte la necessità di non sprecare nemmeno un goccio del talento di cui attualmente la rosa rossonera dispone. Niente decisioni affrettate, quindi, e se il buongiorno si vede dal mattino é opportuno segnalare che il nuovo corso milanista sia partito con il piede giusto.
Il primo vero punto fermo si chiama, è inutile ormai anche sottolinearlo, Stephan El Shaarawy. A parte il Faraone, a cui anche Barbara Berlusconi ha dato la sua investitura ufficiale, bisogna sottolineare la fermezza con cui lo stesso Inzaghi ha disposto che nessuno gli impedirà di rilanciare il talento di Riccardo Saponara. Talento indiscutibile, quello del forlivese, classe cristallina universalmente riconosciuta che unita alla fiducia di un allenatore conscio dei mezzi di cui il ragazzo dispone potrà fare di lui l’arma a sorpresa di una squadra desiderosa di ritornare ad occupare le zone nobili della classifica imposte dal proprio blasone.
La prima uscita stagionale ha regalato agli amanti del calcio sprazzi di quel progetto di fuoriclasse ammirato ad Empoli, quei cambi di passo e quell’imprevedibilità che avevano spinto Galliani a bruciare la concorrenza dei cugini nerazzurri per portarlo a Milanello. Un anno di apprendistato a lezione dall’idolo di sempre Ricardo Kakà, unito alla corazza forgiata da critiche immeritate per un ragazzo alla prima esperienza da protagonista ai massimi livelli, hanno riconsegnato al Milan un nuovo acquisto a tutto gli effetti. Pronto a ripagare la fiducia concessagli nel modo che preferisce e che evidentemente più si addice ad uno come lui: con i fatti, con il pallone e sul campo.