C’è da essere fiduciosi per il futuro se le parole pronunciate nei giorni scorsi da Silvio Berlusconi si dovessero rivelare fondate su un convincimento forte. “Ho deciso che voglio tenere De Sciglio perché è il simbolo dell’italianità del mio Milan che voglio che torni ad essere incentrata principalmente sui calciatori del nostro vivaio“, ha spiegato l’ex premier a Matteo Renzi. Un ragionamento che non fa una grinza e che va di pari passo con quanto affermò lo stesso Berlusconi all’inizio della scorsa stagione quando al raduno di Milanello parlò di Bryan Cristante e Andrea Petagna (erroneamente chiamato Pignatone) quali simboli del nuovo corso.
Mattia De Sciglio non può che essere il “grimaldello” di questa linea young. Lui che ha già conquistato la Nazionale e l’interesse dei principali club europei. La sua conferma, nonostante sia uno dei giocatori che porterebbe fieno nelle casse di via Aldo Rossi, è un segnale di quanto predicato dal Cavaliere. E così Cristante, per il quale è stata respinta un’offerta allettante del Benfica. Su Petagna si vedrà, ma, intanto, il Milan ha riscattato anche Albertazzi. Occhio poi a Mastour, panchinaro nell’ultima di campionato contro il Sassuolo, o gente come Mastalli, punto fermo della Primavera. Insomma, finora c’è un seguito coerente.
E non è un caso che il ragionamento sul vivaio rossonero, dal quale non dimentichiamo arriva lo stesso Filippo Inzaghi dopo due anni di esperienza, sia giunto il giorno successivo alle esternazioni di Berlusconi su Mario Balotelli. E’ da lì che il patron è convinto di poter rastrellare fondi. Ed è un elemento non considerato oggi strategico per il futuro. La “mela marcia”, verrebbe da dire, resta sempre quella. Vedremo se l’uomo di Arcore manterrà la parola. In tutti i sensi. Che si tratti di una strategia definita lo dimostrano le celebri “stoccate” di Barbara Berlusconi quando nel duro comunicato all’Ansa contro Adriano Galliani indicò negli investimenti sul vivaio una delle strade maestre da imboccare per il nuovo corso.