Federico Faranda è giornalista del gruppo Mediapason dal 2008, milanista dal 1986. Ama girare il mondo e ha vissuto sei mesi in Vietnam, imparando – racconta – che la diversità e la mancanza di pregiudizi arricchiscono sempre. Tiene a precisare sempre di pensare con la propria testa, pur consapevole, spesso, di creare problemi. Ma anche molta libertà.
“Started from the bottom and now we’re here“. Scommetto che Balotelli si riconosce in questa frase del suo cantante preferito Drake. “Son partito dal fondo e ora siamo qua“. Peccato che questa frase lui non l’abbia capìta sin dall’inizio della sua folgorante quanto ad oggi anonima carriera. Non è un cattivo ragazzo, partiamo da questa premessa. Ma Balotelli si sente uno di quelli che con la struggle (“la voglia di combattere”, rimango nella terminologia rap tanto cara a lui) è riuscito a raggiungere la vetta. Giunto in cima si sente solo, accerchiato e con una serie di persone che invidiose cercano di buttarlo giù dalla vetta. Lui ha fatto tutto da solo, e dovrà continuare a reagire contro tutti e tutto, incolpevole, guerriero solitario, con solo persone vere al suo fianco. Questo è quello che pensa lui, questo è il poema epico che scriverebbe Omero se Balo glielo commissionasse per qualche milione.
Poi c’è la realtà. E’ partito dal basso, vero, ma madre natura gli ha dato qualcosa che non si è conquistato sul campo, un talento e una potenza che gli hanno permesso di spiccare nonostante facesse meno sacrifici di un meccanico alla Rami. Perchè Balotelli è forte, punto. La strada verso il successo a quel punto è spianata, tanto che a Balotelli sin dalle giovanili viene permesso di tutto, punto. Le discoteche, gli atteggiamenti guasconi, e con i primi soldi le scacciacani, ancora le discoteche, le freccette e molto altro. Perchè è forte, punto. Anche sul campo gioca da solo, è indolente per 85 minuti, ma bisogna coccolarlo perchè ti può risolvere la partita da solo. Prima lo coccolano in Primavera, poi lo coccolano i giornali, se fa bene. Mario è Super, Mario è cambiato. Poi però si cresce. Non hai più 19 anni, e vuoi paragonarti a Messi, a Cristiano Ronaldo, all’elite del calcio Mondiale. Lo fa Balotelli nelle interviste e a parole si è bravi tutti. A parole sono Montanelli. Il campo dice altro.
Tra una protesta con l’arbitro, una balotellata e una provocazione su Twitter si parla di lui solo per questo. Per tagliare corto, dopo Inter e Manchester City anche il Milan perde la scommessa. Balotelli una domanda se la fa, ma non si da una risposta. “Why always me?”. Beh, te lo dico io. A Cristiano Ronaldo dicono che sembra una femminuccia per come si veste, che ha pagato una donna per allontanarla dal loro figlio nato in clandestinità. A Messi che vomita in campo e chissà perchè, e che non sarà mai Maradona perchè in Nazionale non vale nulla. Ah, e che lui decide le convocazioni, e fa il capoccia nello spogliatoio. Bene, sui social entrambi sad altri che non capiscono di calcio. Fanno 50 gol a stagione, alzano Coppe e si dividono i palloni d’oro. Zitti. Sempre zitti. E anche loro sono “started from the bottom“. Vogliamo parlare di come si allenano? I primi ad arrivare e gli ultimi ad andare via, più o meno il senso è quello. Madre natura con loro è stata generosa quanto e più che con te. Ma loro abbinano il lavoro per essere i più grandi e scrivere pagine di storia.
E le hanno scritte. Quindi passiamo al Milan. Il Milan (tu garantisci comunque 20 gol a stagione) può continuare a passare sopra tutti i tuoi contro a fronte del tuo talento? Per me no, e ti deve vendere. Chiudo perchè il discorso sarebbe lungo. Verrai ceduto, e Galliani si inventerà qualcosa per spiegare perchè il top player di 1 anno e mezzo fa è diventato un peso. La tua storia ad oggi è piena di queste spiegazioni. Andrai a cercare fortuna altrove grazie a un procuratore che sicuramente fa il bene del tuo conto in banca, ma forse non di te come persona, comunque non mi permetto di giudicare. Io però un consiglio te lo do perchè voglio crederti un bravo ragazzo. E ho solo 4 anni più di te.
Fai un percorso dentro te stesso e ribalta il punto di vista. Non chiederti perchè sempre tu, ma cosa fai di diverso dagli altri per essere sempre tu. Forse l’indolenza sparirà, esulterai con un sorriso per far felici i bambini che ti guardano e la tua vita sarà più serena. A quel punto se vorrai potrai scrivere la storia, tornare al Milan e mandare anche un messaggio a Mourinho che ad oggi ha ragione. E sai di che si parla. Perchè tu saresti forte, punto.
Twitter: @FFaranda
This post was last modified on 28 Luglio 2014 - 13:38